Italian Occult Psychedelia è il nome dato ad una scena tutta nostrana, ancora nei meandri dell’underground, caratterizzata da un forte gusto retrò, da profondi abissi e da spirali noise speziate. Da quando, due anni fa, dalle pagine di Blow Up al movimento è stata data denominazione e conformazione, il genere non si è cristallizzato, anzi. La sua crescita ha comportato un fiorire considerevole, quantitativamente e qualitativamente, di formazioni aderenti e, addirittura, la nascita di un festival ad hoc con sede a Roma, arrivato alla seconda edizione: il Thalassa.
Quest’anno al Circolo Dal Verme si sono esibiti gruppi che in senso lato possiamo definire della “seconda ondata” di psichedelia occulta (Mai Mai Mai, Spettro Family e Metzengerstein) e tra i protagonisti indiscussi c’erano i torinesi La Piramide Di Sangue. Un progetto nato da Stefano Isaia, già protagonista nei Movie Star Junkies, che ha poi coinvolto altri sei elementi, per arrivare all’unione di un clarinetto, un synth, due chitarre, due bassi ed un percussionista. La Piramide ha debuttato nel 2012 con “Tebe”, Lp licenziato dalla Sound Of Cobra, raccogliendo applausi e consensi pressoché ovunque. Questa primavera ci porta in dono, seppur in tiratura limitata (600 copie, sempre in vinile), “Sette”, grazie ad una collaborazione tra due etichette che tanto hanno contribuito alla nascita e crescita dell’Italian Occult Psychedelia, ovvero l’italo-berlinese “Sound Of Cobra” e l’eclettica label veneta “Boring Machines”.
Le sette canzoni e i sette strumenti che compongono “Sette” plasmano un flusso unico e irresistibile di psichedelia acida e marcia, esotica e ipnotica. Difficile raccontarvi di quanto, in questi solchi, risuoni Torino, specialmente nelle sue piazze (una su tutte: Porta Palazzo, cui è dedicata anche una traccia) più popolari e stratificate, e nei suoi quartieri (la San Salvario meno vetrina) fumanti e madidi; specialmente nello stile urbano evocato da un uso delizioso delle mille percussioni e nei ritmi opprimenti e soffocanti delle composizioni nelle quali l’ascoltatore rimane intrappolato. Nei quaranta minuti scarsi che compongono l’album non c’è traccia di un cantato, il tutto è affidato ai tunnel oscuri e misteriosi dai quali si vede la luce solamente nei bruschi cambi di direzione o nei rari momenti in cui la band stessa sembra riprendere fiato e rincorsa. Evidente è l’influsso orientale che caratterizza il gergo del gruppo, essenzialmente nei vortici di clarinetto o nei climi sotterranei della polpa, in costante climax tensivo.
Per tracciare qualche coordinata è necessario fare riferimento ai compagni di scena nonché di etichetta, dagli “occulti” della prima ondata Cannibal Movie e Heroin In Tahiti ai più recenti Mamuthones. Ma riecheggiano anche l’incedere krauto travolgente di gruppi crucchi come i Neu!, le divagazioni ammalianti di Sun Ra arrivando fino all’Africa di cui ci narra Bombino. Tutti questi impulsi vengono miscelati con estrema precisione, soprattutto nell’avvicendarsi tra i riff protagonisti dei brani, e protagonisti ne sono Baciati Dall’Acido e La Guerra Non Finirà, rispettivamente apertura e chiusura. Non manca una buona dose di immediatezza (l’elisir di Aperti Alle Sette) né i rumori e il chiasso di Jetem e del finale magnetico di Non è Mia, è di Dio. Le migliori sono le labirintiche ed inquiete Reggio Galassia (velato richiamo a Reggio Calabria quale via verso l’Oriente?) e Esoterica Porta Palazzo, di cui già abbiam parlato.
Potremmo cercare per ore una definizione che li vesta, una descrizione sintetica, ma la migliore ce l’hanno offerta i nostri sette nelle note interne del precedente “Tebe”: “Padroni di niente/ Servi della Luce”.
http://soundofcobra.tk/
http://www.boringmachines.it
https://www.facebook.com/lapiramide.disangue
autore: Simone Pilotti