Per chi non li conoscesse, i Koza Noztra sono una realtà isolata nel panorama musicale italiano, e i motivi sono due. Innanzi tutto è l’unica band con sonorità heavy metal ad utilizzare efficacemente ed in modo originale un cantato in italiano che sia comprensibile (lo fanno anche molti gruppi grindcore o thrash metal, ma in questi casi l’utilizzo della nostra lingua è a dir poco superfluo per la cripticità del linguaggio dovuta alla tecnica vocale utilizzata), in secondo luogo si rendono unici per i testi delle loro canzoni, non tanto per le tematiche trattate, ma per il modo in cui tali argomenti sono affrontati.
I Koza Noztra, infatti, narrano il degrado irreversibile della società con l’occhio cinico ed impassibile di chi ne è promotore e principale protagonista, la crisi che non è economica ma individuale (come nell’omonimo debutto), che si riflette nella società come espressione del singolo individuo (come nel successivo Tragedia della Follia). Il tutto è raccontato con l’aspra fatalità di una voce che ricorda molto quella impassibile ed estraniata dei notiziari televisivi, a significare il peso dell’inevitabilità di una condizione umana e sociale immodificabile, anzi destinata a peggiorare ulteriormente.
La seconda parte di Cronaca Nera, terzo lavoro in studio per i nostri, è ancora più devastante del capitolo precedente uscito lo scorso anno, le sonorità sono più oscure, in alcuni punti le chitarre (PeriziaPsichiatrica) sfiorano il death metal. La band è in forma smagliante, e il lavoro suona magnificamente, merito anche di un’ottima produzione a cui non eravamo abituati (e qui sorge il rammarico di non aver potuto godere di un suono simile nei due album precedenti). L’ugola enorme dell’Onorevole si riempie come mai di una magnifica e profetica malvagità e la chitarra solista offre prove ancora più esaltanti di quelle a cui ci ha abituati in passato. Le canzoni che costellano quest’opera sono veri e propri ritratti della nostra malsana società privi di qualsiasi retorica e frasi fatte, l’analisi cinica e fredda a cui si dedicano i testi sono la più accorata denuncia ad un sistema che strumentalizza persino la malattia per il controllo delle menti degli individui, tema caro ai nostri musicisti, tanto che in Post Scriptum: Segreti parlano del terribile progetto MK-ULTRA portato avanti dagli americani negli anni ’50 e ’60 per attuare il controllo dei comportamenti di determinati soggetti, dimostrando una liricità mai banale e sempre piena di efficacissima enfasi narrativa. A questo va aggiunto, poi, che ogni canzone dei Koza Noztra è concepita per essere un inno, con dei ritornelli urlati che rimangono impressi in mente sin dal primo ascolto.
Nessuno si permetterà mai più di etichettare di nuovo i Koza Noztra come band demenziale, come avveniva agli inizi della loro carriera per via di quelle parolacce e quelle bestemmie che gli sono costate il titolo, orgogliosamente sbandierato, di ”band più censurata d’Italia” in seguito all’estromissione dal festival milanese Total Disorder del 2009. I testi dei Koza Noztra, privi oggi di bestemmie e quant’altro, fanno molta più paura di prima, e pur di non svilire un discorso musicale tanto prezioso e così ben studiato, evito di descrivere traccia per traccia le canzoni di Cronaca Nera Parte II, lasciando ai lettori il piacere e la sorpresa della scoperta del lato più oscuro ed inquietante del metal e del rock italiano. Finalmente delle canzoni italiane che fanno riflettere e tremare allo stesso tempo.
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autore: Nicola Vitale