Vent’anni fa erano i Rude Pravda, sono andati avanti fino al 2001. Poi nel 2012 sono rinati come Alanjemaal e sono ripartiti con “Dalla ruggine”. Dopo meno di due anni ecco il seguito “(Non ho) niente da sognare”, prodotto da uno dei migliori tecnici del suono dell’underground italiano, Fabio ‘Magister’ Magistrali. Il gruppo va avanti sulla strada dell’indie rock italiano che guarda costantemente agli anni ’90, se non ad ancora prima, vale a dire alla new wave intellettuale della fine degli anni ’80.
La presenza di Magistrali si fa sentire soprattutto ne “Il primo vento” che evoca non poco i Six Minute War Madness e gli Afterhours a cavallo del ventunesimo secolo, per le chitarre irruente ed improvvisamente domate.
In diversi parti del disco ci sono spruzzate di psichedelia e di shoegaze, ma anche di noise (“Dalle macerie”, “Impassibile”). Non mancano momenti in cui il gruppo vira verso ritmiche frizzanti (“Fulmine”) o sperimenta vari registri stilistici (“Il sonno della ragione”). Le tematiche affrontate nei testi non sono allegre, perché sono centrate su un esistenzialismo attento alla difficoltà sia di diventare adulti della generazione dei quarantenni sia di ricostruire qualcosa dalla macerie che ci circondano.
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autore: Vittorio Lannutti