Norman McLaren è stato un animatore sperimentale che ha lavorato con diverse tecniche sempre con un approccio minimale e giocoso. Il suo peso lo si può notare ancora oggi in qualche videoclip fatto da bravi addetti ai lavori o visual dell’ultima moda, avendo portato avanti un discorso di sinestesia, “quel che senti è quel che vedi”, sfociato in Synchromy, uno dei suoi ultimi lavori che reputo un capolavoro e a cui questo omaggio attinge principalmente.
Anche i Matmos l’han omaggiato nel loro album più sintetico, The Supreme Baloon, poichè McLaren si può definire a tutti gli effetti uno dei primi musicisti elettronici se non l’inventore della minimale col suo Dots del 1940, i suoni sono disegnati a lato della pellicola, ove un’oscilloscopio leggeva il suono convertito nell’ormai comune forma wave dell’audio. La sua intuizione fu di lavorare in quello spazio col pennello, pennino o impressione di righe di diversa altezza, larghezza e intensità per produrre il suono in diverse forme, con le righe produsse la classica onda sonora a sega.
Troppo tecnico? Guardatevi Pen Point Percussion, lì ve lo spiega con tanto di esempi sull’archivio del National Film Board of Canada, assieme alla collezione di quasi tutti i suoi cortometraggi.
Poichè cade il centenario se passate da Montreal ci saranno priezioni formato palazzo fino al primo giugno mentre ad Annecy, festival d’animazione francese, dovrebbe esserci qualcosa, oltre ad un pezzo di pellicola originale conservato in un museo lì vicino.