Nulla di più azzeccato e piacevole poteva arrivare proprio in queste prime giornate quasi estive come questo “Atlas” terzo disco degli americani Real Estate, una solarità melodica che abbraccia l’ottimismo e allontana stress e malinconie con la formula della semplicità e un altrettanto quasi – bon ton – avviluppante ovunque. Dieci passaggi sonori tra il delicato e gemme psichedeliche April’s song, per una manciata di musica del tipo di quella che si ascoltava nelle musicassette, un disco che si scioglie pian pianino come un cremino gustoso.
Guidati dalla voce di Martin Courtney, la band del New Jersey ispira ascolti accomodanti e tira in ballo – stilisticamente – i vezzi indie di Vampire Weeken e un po’ di Galaxie 500, un giro di suoni affascinanti, curati e strutturati di un pop dai sentori vintage e pizzichi di California che fu, tracce che miscelano una girandola di possibili hit da riempire più di una estate; ottime le chitarrine che contornano una vibrazione evergreen molto, ma molto ricca di colori giovanili senza età.
L’andatura brillante di Talking backwards, l’amore in sala mid-latin The bend, una pioggerella tonificante di cori Primitive e il bye bye di un passaggio dinoccolato per chissà dove Navigator, fanno peso leggero ad un ascolto sognante, introducendo una predisposizione lampante a stendersi su un divanetto e lucidare i propri ricordi lontani e vicini.
www.realestatetheband.com
www.facebook.com/realestateband
autore: Max Sannella