Non è andata bene, bisogna dirlo; non è il caso di drammatizzare troppo, come qualcuno accenna a fare in rete, questo si! ma un po’ d’amarezza rimane. La riapertura ai concerti della sala 3 del Duel:Beat con un leggero restyling è una cosa importante che va salutata con gioia da parte di chi in città ama la musica dal vivo ed il calendario della rassegna Suo.Na è succulento con Perturbazione (andati in scena giovedi scorso con una scarsa affluenza di pubblico), Calibro 35, Brunori sas, Maria Antonietta e Gnut, ma l’innaugurazione di stasera con il cantautore inglese Piers Faccini è stato negativo.
L’ingresso gratuito della sala 3 era troppo invitante per i rumorosi e disinteressati discotecari che fuori al fresco attendevano l’apertura della sala 1, e così quando buona parte di loro s’è riversato nel locale in cui si teneva il concerto dai toni piuttosto quieti ed intimisti del bluesman inglese, accompagnato solo da un percussionista, sono venute meno le condizioni di silenzio per lo svolgimento che il pubblico interessato, e soprattutto Faccini, pretendevano, finché quest’ultimo, dall’aria costernata più che irritata, non ha deciso che era giunto il momento di andar via ed il pubblico che invece lo stava seguendo ha subito la cosa senza pretendere silenzio, e gli organizzatori hanno perduto il polso della situazione a causa probabilmente del modo imprevisto in cui tutto è avvenuto in una serata innaugurale, e mancavano probabilmente almeno un paio di canzoni in scaletta ancora da fare, più i bis di rito. Può essere che fosse previsto anche un duetto con l’amico fraterno napoletano Gnut, in dialetto, e sarebbe stato bello, ma niente.
Forse si poteva far qualcosa per rimediare, invitando la mandria ad andare a pascolare altrove – Piers Faccini c’ha provato anche, troppo educatamente: ma cosa poteva farci lui, in effetti! – o Faccini poteva continuare comunque poiché la situazione non era poi così insostenibile, fatto sta che finché è durato il concerto è stato molto intenso e sorprendente, e ci ha permesso di scoprire un artista di notevole spessore attivo dal 1997 con 6 dischi alle spalle, che ricorda Jeff Buckley e sinceramente vanta in repertorio alcuni brani che non temono assolutamente il confronto col grande cantautore americano scomparso per non parlare della voce, di gran classe; intrigante la sua proposta tra folk britannico e blues, accompagnato da una chitarra elettrica e dalla batteria; ecco dunque spiegate le critiche unanimamente positive che sempre, anche in Italia, l’artista di genitori italiano ed inglese, ma residente da bambino in Francia, sistematicamente riceve.
Prima di Piers Faccini si erano esibiti i napoletani Pipers, che continuano a promuovere il loro ultimo disco registrato in Gran Bretagna, stavolta presenti sul palco senza batteria e basso: più fortunati perché durante la loro performance l’atmosfera in sala 3 era ancora tranquilla.
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autore: Fausto Turi