“Come stai? E’ la frase d’esordio nel mondo…
Cosa vuoi che dica, di cosa vuoi che parli?”
D’amore, di storie di tutti, di felicità, sole, leggerezza. Con una vena di malinconia senza mai arrivare fino alla tristezza ( “ti voglio bene anche se ormai è finita”).
Dario Brunori è questo: semplicità , chiarezza, poesia… “e le canzoni stonate un fuoco quattro risate…”
Racconti di vita e di amore, di calcio, di mutui e Natali. Scontati quasi, ma mai banali e che arrivano dritti al cuore.
Motivetti e frasi che ti entrano in testa e canti per giorni.
Dario Brunori, in arte Brunori SAS, venerdì scorso ha raggiunto il sold out all’Hiroshima mon amour di Torino. Segno che alla gente piace ancora sentire belle storie e cantare ritornelli stonati.
Sei elementi sul palco, oltre a lui un violoncello, un’altra chitarra, una batteria, una voce femminile e un polistrumentista davvero di alto livello (flauto, fagotto e sax).
Un concerto suonato, lungo quasi due ore, coinvolgente e piacevole.
In apertura Arrivederci Tristezza, dall’ultimo album “Il Cammino di Santiago in Taxi Vol III“, una ballata molto bella, piano e voce, ode all’eterno conflitto testa e cuore. A seguire canzoni nuove e vecchie, dei primi due album che hanno scatenato improbabili karaoke e balli da parte di un pubblico davvero giovane. E’ il caso di Rosa, Domenica Notte, Il tuo Sorriso, Come stai, Guardia 82.
Il concerto è in sé perfetto, Brunori alterna allegria e malinconia, con pause studiate e interventi autoironici sulla sua forma fisica e le sue origini calabresi.
E canta ispirandosi ai grandi della musica italiana, su questo non c’è alcun dubbio. Da De Gregori a Ivan Graziani, passando per Rino, Gaetano, Venditti e Baglioni. Ma è proprio questa la sua genialità: Brunori non ha inventato niente di nuovo, ma l’ha preso e adattato al nostro quotidiano. Ad un quotidiano un po’ sfigato, fatto di amori precari, amori non corrisposti, magoni, di un continuo guardare indietro (“pensare com’eri bella quella notte di vent’anni fa…”), di case in affitto e sogni nel cassetto, di ragazzi che crescono e diventano adulti, di responsabilità. Non fa alto che riprendere ritmiche di canzoni che fanno parte della nostra storia e adattarle a testi di grande inventiva e di una bellezza, ripeto, semplice ,poesia quotidiana, piccoli pezzi di vita, in cui per ognuno di noi è facile riconoscersi.
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autore: Sara Ferraiolo
foto: per gentile concessione scaricata dal profilo Facebook di Brunori