Instancabili ricercatori musicali i Rollerball, nonostante abbiano preso per strada il sassofonista non si danno per vinti e proseguono sulla strada della sperimentazione e dell’innovazione musicale. Rimasti in tre: Monte, Gilles e Mae Starr, ma aiutati da Spit Stix, l’italiano Jacopo Andreini ed Andy Brown, i Rollerball con “4 corners” se per certi versi evocano i primi Pere Ubu, dall’altro lato diventano imprendibili e come sempre è impossibile etichettarli.
Per necessità di critica mi azzardo a definire il loro sound come art-rock, nel quale è possibile inserirci di tutto. Ma d’altronde il trio di Portland non lesina in ritmi, riferimenti musicali, generi, ecc. Il disco, si apre con l’industrial scarnificato e post-punk di “Cyclopes”, prosegue con un’altra bella dose di post-punk, “Hebrew, i hate you”, la cui ritmica sembra ispirata direttamente dagli ultimi The Ex e si giunge all’intrigante “Meximelt”, intrisa di ritmi latini che nel corso del brano viaggiano verso un’elettronica space miscelata con l’easy-pop. Se “Mockingbird in Gaza” è strutturata su una progressione nella quale però si alternano momenti down ad altri esplosivi, “Robin with a cheeto” è volutamente confusa, sperimentale con una strana miscela di jazz e punk. Insomma come sempre i Rollerball non danno certezze, ma stimolano curiosità e non si cullano sul già sentito. Per fortuna!!!
http://www.wallacerecords.com/artists/rollerball
autore: Vittorio Lannutti