L’unico difetto che vien da dare ad Hush, prima prova dei Fiberglass, duo napoletano composto da Luca Thomas D’Agiout e Annalisa De Martino, è che è troppo breve. Solo 9 pezzi, e tutti entro i quattro minuti, sono troppo pochi per le preziosità, le raffinatezze e le emozioni che i due ragazzi sanno dare in questo loro esordio.
Hush è semplicemente una bomba, nel suo genere: melodie dolcissime e accattivanti dalla prima all’ultima nota, una voce deliziosa e suadente quella di Liz Martin (nickname di Annalisa), un arrangiamento complessivo sempre al passo, sempre elegante, raffinato, mai invadente, mai eccessivo, mai scadente nel virtuosismo fine a se stesso.
Siamo in pieno alternative pop, o, forse è meglio dire, retro-alternative: perché il raffinatissimo pop che esce dalle note di Hush ricorda, senza mai citarlo esplicitamente, le cose migliori di Lisa Stansfield, Roxette, degli Eurythmics, di Mike Oldfield, degli Scissor Sisters, ma anche le cose contemporanee di artisti quotati all’estero come Amanda Greenwood, gli M83, i One Sixty of Tommy.
Che tutto questo sia concepito e partorito da una delle città più chiuse alla dimensione internazionale fra le (poche) metropoli che abbiamo in Italia, questo è ancora più sorprendente ed è tanto di più una lode e un complimento per i due ragazzi.
Si spazia a godere del pop-blues seducente di Baby’s Got, al pop-rock sincopato dal ritmo semplice e irresistibile di Do It My Way, all’elettronica accattivante di Sunflower, fino all’eleganza e fulgore musicale di Mermaids e Hush, passando per la lenta, dolce e melanconica Greatest Tale of All fino al quasi swing di Unravel, il tutto sempre attraverso un accompagnamento di synth e chitarre che dà un suono distintivo assolutamente personale, forte, incisivo, su cui svetta l’altro marchio di fabbrica indelebile che è la voce di Liz. E l’album sarebbe già di altissimo livello.
Ma per This Time Round, e soprattutto per Pairs, ci vuole qualche parola in più. Pairs è per chi scrive la più bella canzone alt-pop composta da un gruppo italiano negli ultimi 10 anni, letteralmente un delirio di soluzioni artistiche e immaginifiche, una melodia che spazia nel tempo e fuoriesce da ogni confine musicale, in puro stile M83, evocando sensazioni fiabesche e travolgendo l’ascoltatore con emozioni indescrivibili. This Time Round conclude l’album alla grande, salutando gli ascoltatori con arpeggi di rara eleganza musicale e con un canto di enorme densità emotiva.
E che questa sia musica di livello assolutamente internazionale (ma anche all’estero abbiamo sentito raramente pezzi di tale fattura) lo conferma il fatto che a dicembre il duo è stato scelto da Tricky per aprire un suo spettacolo a Roma, occasione per la quale è stato anche composto il brano Fireflies che non fa parte dell’album.
Ascoltateli, e tutto vi sembrerà venire dalla grande lezione dei grandi artisti del synth e degli arrangiamenti di epoca eighties, richiamati qui con una freschezza e un vento quasi post-rock che fa solo ben sperare per le prossime tappe.
https://www.facebook.com/fiberglassband
autore: Francesco Postiglione