Sam Ray si nasconde da tempo dietro pulviscoli ambient con il nome di Ricky Eat Acid per volare – tra outtakes e riverberi stratificati – ancor più a fondo nell’attitudine di ammaliare con suggestioni drone ogni ascolto permeato di questa personalità. Three Love Song è il nuovo “transfert” in cui l’artista/producer va a scandagliare l’acquerello metafisico di una ottima miscela di destrezza ovattata, dodici elementi stilistici per una scaletta sfumata, vaporosa ed evanescente che prende sia dal profondo Nord Europeo che da stigmatizzazioni Bristoliane quel senso atmosferico sintetico appannato che piace molto ai nuovi cultori della liquid music.
L’artista del Maryland è un forte manipolatore di suoni, sperimenta, manomette e correda un cromatismo sonoro in cui confluiscono elettronica, psichedelica e striature chill-out, setaccia strutture e ne ricrea altre in un continuo “emozionale esibito” che detta legge tra appeal e armonie gassose.
Non c’è nessuna esasperazione timbrica, tutto si snoda nella dolcezza mesta di un eccellente stato di grazia impalpabile che – nei carillon di Driving alone past roadwork at night, al centro delle onde magnetiche che circuiscono Inside your house; It will swallow us too, o nei zeffiri spaziali di God puts us all in the swimming pool, svela ancor più gli sviluppi di un’arte galleggiante – la sua – che non poserà mai i piedi a terra.
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autore: Max Sannella