Ci sono nomi importanti come Dave McCracken, Jamie Ellis e Chris Reece nella produzione del quarto disco registrato ai Paul Weller’s Black Barn Studios dai londinesi Rifles (provenienti esattamente da Chingford, un sobborgo), che si presentano in una ormai consolidata formazione classic-rock a quattro: Joel Stoker (voce e chitarra), Lucas Crowther (chitarra e cori), Robert Pyne (batteria) e Grant Marsh (basso). Dal loro album di debutto del 2006, No Love Lost, passando per Great Escape del 2009 e Freedom Run del 2011, si arriva in un costante crescendo a questo None the Wiser, disco solo apparentemente “leggero”, visto che qua e là troviamo citazioni, echi, influenze di quanto di meglio un certo rock-pop ha fatto da metà ’80 ad oggi.
Le influenze sono talmente tante che è difficile starci dietro: Minute Mile per esempio ha un intro classicamente à là Strokes, per evolversi nei ritornelli verso arie più pop, mentre la dinamica e divertente Heebie Jeebies cita il rockabilly anni ’50. Go Lucky, pur nel suo impianto un po’ più pop, si muove tra Killers e Kooks.
Con All I Need si pesca nei Beatles semi-acustici primo stile, mentre con You Win Some, fin qui il pezzo più strutturato e complesso, si svolta verso il pop di alto stile dell’epoca Style Council.
Siamo di fronte, fino a qui, a un album fresco, dinamico, divertente, assolutamente vivo, e le varie influenze non lo rendono un plagio ma al contrario lo arricchiscono di richiami. Perciò i lodevoli apprezzamenti della stampa inglese, da The Times, a The Sun, a The Mirror, sono perfettamente giustificati.
E l’album ha ancora da regalarci altre citazioni, altre ispirazioni: Catch Her in the Rye ha una strofa che è un viaggio nel tempo da Clash fino a Franz Ferdinand, per poi nel ritornello svoltare radicalmente verso tutt’altre arie.
The Hardest Place to find me è una semi-classica ballata folk, su cui svettano le chitarre acustiche e i cori, mentre Shoot From the Lip ritorna all’indie-rock contemporaneo, stavolta in chiave Interpol.
L’album si chiude con il classic-rock di Ecletic Eccentric, con l’esordio acustic-gospel e il ritmo festoso di Under and Over, e con l’immancabile hidden track On the Top of the Word, tutti e tre omaggi e riconoscimenti al rock-pop anni ‘80 da cui una parte dell’ispirazione musicale dei Rifles discende.
Certo, tanti richiami rendono l’album di fattura pregevole e sicuramente ben collocato da un punto di vista tecnico-artistico: il difetto semmai è che non c’è niente di assolutamente nuovo o originale, ma solo un indie-rock piacevole e allegro, senza pretese, i cui immediati predecessori sono sicuramente le band indie-rock di inizio millennio (Strokes, Kooks, Kings of Leon, Cribbs, Virgins e tanti altri), senza tuttavia dimenticare certa lezione degli anni ’80-‘90 (R.E.M., Paul Weller, Travis, Oasis).
Il suo pregio migliore è quello di essere una specie di antologia dell’indie contemporaneo, sempre orientato alla melodia facile e immediatamente piacevole, tanto da impedire all’ascoltatore di star fermo, per cui i Rifles sono sicuramente una band in netta crescita, che con None the Wiser si candida ad essere tra i migliori rappresentanti di questo genere, nell’ambito delle band nuove arrivate.
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autore: Francesco Postiglione