Iniziata bene, proseguita meglio, finita male. Si condensa in questo mezzo paragrafo, l’intera serata degli …A Toys Orchestra a La casetta della musica, lo spazio adibito a concerti, adiacente al più imponente complesso del Palapartenope di Napoli. Finita male, in questo caso, non per la capacità di coinvolgimento della band, né tanto meno per il pubblico e per eventuali bagarre. E’ stato di qualche ora dopo, infatti, il comunicato rilasciato dal gruppo di Agropoli, relativo al furto della strumentazione riposta nel loro furgone, sistemato in una zona “controllata”. Come sia successo è ancora avvolto nel mistero. Resta però il fatto che, ancora una volta, la cronaca si è mescolata allo spettacolo, nel peggiore dei modi. Che sia successo a Napoli non conta più di tanto: la criminalità e la mentalità distorta di chi colpisce il prossimo, non tiene conto dei confini geografici. Si supporta, invece, sui confini mentali che disegnano l’individuo separato dagli altri. Mors tua, vita mea, ma senza l’epicità del detto.
Brutture a parte (anche se è realmente difficile separare lo show da quello che è successo dopo), l’esibizione degli …A Toys Orchestra, nel loro Technicolor Dreams Flashback Tour, non lascia ovviamente delusi. Moretto & Co. hanno riportato sul piccolo palco della Casetta un pezzo di storia, neanche troppo recente (l’album è datato 2007) della musica indipendente italiana, riproponendo completamente il disco, senza modificarne in nessun modo la sonorità (ancora “low-fi” rispetto a quella piccola perla che è stato Midnight Talks di tre anni dopo) né lo stridio rugginoso delle chitarre. Numerosissimi i cambi di strumento, come è stato da sempre, e ottimo il rapporto con il pubblico a cui regalano, dopo la prima parte della scaletta, un encore che attinge anche alle ultime produzioni (con Celentano, la stupefacente Blackbone Blues e l’energica You can’t stop me now).
Un bell’esperimento dunque, più che riuscito, che ha lasciato soddisfatti i newcomers, facendo al tempo stesso sognare i fan di più vecchia data.
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autore: A. Alfredo Capuano