Andrea Carboni racconta con la musica usando uno stile piuttosto personale, ricercato, astratto, un po’ difficile ed èlitario, che richiede che nelle canzoni ci si cali per potersele misurare addosso; le sue musiche poi si adattano ai concetti in modo da completarne il senso e le emozioni, lasciando da parte soluzioni di comodo e di facile effetto, con una scrittura originale che il musicista pisano applica alla chitarra ed al pianoforte, suoi strumenti.
In Due [] si percepisce una messa a fuoco molto attenta in tal senso, malgrado un po’ inevitabilmente qualcosa si perda in termini di fruibilità e le canzoni necessitino non solo che ci si metta in gioco, ma anche di vari ascolti per dischiudere il proprio valore; belli i suoni che definiremmo pop psichedelici in cui s’avverte la produzione artistica di Paolo Mauri e le ospitate di Rodrigo D’Erasmo (violino) ed Enrico Gabrielli (tastiere, fiati, cori), suoni calati su ritmi abbastanza vari, in ogni caso; ‘Magari‘ è tra i momenti più rappresentativi di questo secondo album del musicista – cui s’aggiunge l’Ep intitolato Sassi del 2012 – con una splendida e sognante coda arrangiata per piano, archi e clarinetto, mentre di buon effetto sono anche i brani in cui emerge una certa tensione, come nell’arpeggio acustico di ‘Lei non Sa chi Sono Io‘ o nella teatralità chiaroscurale in punta di violino di ‘Lamigliorechecisia‘, molto efficace.
‘Dove Sarai‘ e ‘Mille‘ fanno emergere lo spessore e le sonorità agrodolci delle composizioni più tipiche di autori quali Lele Battista, Diego Mancino e Versus, mentre la vivace e sperimentale confusione strumentale di ‘Bam‘ mostra una via molto interessante nella musica di Andrea Carboni, per un disco non semplice da assimilare e non del tutto riuscito, ma coraggioso e particolare.
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autore: Fausto Turi