Non è esattamente una major, ma certo neanche più un’etichetta indie in senso tradizionale; non detta più i canoni della modernità, ma neanche si limita a speculare sul proprio glorioso passato; si accaparra nomi grossi e affermati, ma al contempo impone sul mercato anche perfetti sconosciuti; è la SubPop fondata nel 1986 da Bruce Pavitt, Jonathan Poneman.
L’ etichetta discografica di Seattle, che negli anni 90 assieme soprattutto alla SST, diffuse la musica grunge, e con essa uno stile di vita che sintetizzava punk e romanticismo, angoscia e rabbia, e che bruciò nel tempo di un lustro o poco più, regalando al Mondo band finite direttamente nella storia come Mudhoney, Afghan Whigs, Nirvana, Red Red Meat, L7, Soundgarden, Vaselines e Sebadoh.
Poi la crisi, inevitabile dopo tanto splendore, la scelta coraggiosa di staccarsi dal proprio passato e le scelte ri-organizzative che negli ultimi 6 anni si sono dimostrate vincenti.
Qui tenteremo di approfondire l’attuale volto e anima della SubPop del 2012, senza volgerci troppo al suo passato; passeremo in rapida carrellata buona parte delle band che oggi pubblicano per essa, tentando anche di indovinarne l’eventuale disegno di fondo, le direzioni e le prospettive, con il necessario senso critico.
Mentre in questi mesi vari nomi nuovi s’affacciano sugli scaffali dei negozi di dischi con il marchio SubPop in bella evidenza – gli Spoek Mathambo, i Memoryhouse, gli Husky, i King Tuff… – sintomo ancora una volta di grande vitalità dell’etichetta, noi partiamo tuttavia dai nomi grossi, per chiarire subito che la rosa della squadra SubPop del 2012 è decisamente competitiva e sulla cresta dell’onda: Gutter Twins, Low, Vaselines, Wolf Parade, CocoRosie, Shins, Twilight Singers, Sebadoh, Iron & Wine, Fleet Foxes, Blitzen Trapper, Mudhoney, J Mascis, Dum Dum Girls e Shearwater sono attualmente sotto contratto con SubPop, e tra l’altro si nota subito che – ma approfondiremo meglio più avanti – almeno come linea di fondo la musica di questi artisti ha un minimo di coerenza: alcuni temi comuni ricollegabili al folk rock ed al rock blues americano anni 70.
E partiamo proprio da questi generi veracemente americani, dunque. I Blitzen Trapper (www.blitzentrapper.net/) di Portland, Oregon, sono tra le cose migliori dell’attuale SubPop, hanno 6 dischi e 2 Ep all’attivo, suonano un rock blues elettrico dai risvolti psichedelici, e ogni tanto imbracciano le chitarre acustiche per brani folk riuscitissimi, capaci di resuscitare la poetica di Merle Haggard e David Lynch, come accade in ‘Black River Killer’ ; Furr (2008) è tra i loro dischi migliori: www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=1562
E poi ci sono i Wolf Parade, canadesi di Montreal, con tre album e tre Ep alle spalle, al centro di un clamoroso successo commerciale qualche anno fa grazie al videoclip del riuscito brano intitolato ‘Modern World’ erano soliti aggiungere un inguaribile esistenzialismo alla formula delle band precedente, approfittando anche di una maggior capacità di sintesi, e tuttavia recentemente hanno coraggiosamente deciso di abbandonare questa strada comoda, per rischiare tutto dedicandosi ad un rock blues psichedelico che nel magmatico Expo 86 (2010) www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=2021 ha raggiunto caratteri di sperimentazione progressive, con brani piuttosto lunghi, mediamente sui 6/7 minuti, orientati verso atmosfere tipo Animal Collective e Akron/Family.
E da qui il passo è breve, poi, verso Twilight Singers e Gutter Twins, due band in cui è coinvolto Greg Dulli, nella seconda assieme a Mark Lanegan. Entrambe le band portano avanti un notturno rock blues urbano, più marcio ed istintivo nel primo caso, un po’ più autoreferenziale e conservatore nel secondo. Consigliati, per avvicinarsi a queste due band, i dischi Dynamite Steps (2010) www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=2143 dei primi, e Saturnalia (2008) www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=1414 dei secondi.
Album Leaf (San Diego, California) e Shearwater (Austin, Texas) non sono gruppi meno interessanti, entrambi suonano sempre rock blues e psichedelia, forse con meno chance di raggiungere un pubblico vastissimo, extra americano; entrambe le band hanno 11 anni d’attività alle spalle, e mentre gli Album Leaf di Jimmy LaValle hanno pubblicato l’anno scorso su SubPop il disco intitolato A Chorus of Storytellers www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=1957 gli Shearwater poche settimane fa ci hanno fatto avere Animal Joy www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=2392 loro picco artistico, disco profondamente inserito nella tradizione folk rock americana.
Ma profondamente americana è anche la musica folk acustica, in cui ugualmente la SubPop ha ottime cartucce da sparare. I Fleet Foxes innanzitutto, novelli Crosby, Stills & Nash che con Helplessness Blues www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=2205 hanno fatto centro nuovamente pochi mesi fa, rinnovando la tradizione folk con un album importante, ricco di armonie acustiche bucoliche cantate a più voci, ma anche di brani elettroacustici, come il singolo intitolato ‘Grown Ocean’ www.youtube.com/watch?v=Pgv6dKV03dA molto rappresentativo della loro musica.
Poi c’è il barbuto Samuel Beam, in arte Iron & Wine, che dopo The Shepherd’s Dog (2009) www.freakout-online.com/special.aspx?idspecial=58 ed il doppio di inediti intitolato Around the Well www.freakout-online.com/primopiano.aspx?idprimopiano=107 sembrerebbe per la verità passato alla britannica 4AD – da diversi anni controllata dalla Warner Bros, dunque anticamera per la major… – con cui ha pubblicato di recente Kiss each other Clean, ma sul sito internet della SubPop risulta ancora sotto contratto… e poi le attraenti sorellone CocoRosie, Sierra e Bianca, www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=1211 che dopo l’album Grey Oceans (2010) starebbero per rientrare in studio sempre per SubPop con canzoni nuove.
Sera Cahoone poi www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=1404 porta avanti un discorso musicale folk ultra tradizionale, molto armonioso e un po’ sonnacchioso,
un po’ come il comunque più interessante Daniel Martin Moore, che con In the Cool of the Day l’anno scorso ci ha convinto
confermando la cristallina bellezza della sua precedente collaborazione con Ben Sollee, sempre su SubPop, intitolata Dear Companion (2010); la coppia Ben Sollee and Daniel Martin Moore
senza esagerare, sono assieme agli europei Kings of Convenience i più credibili eredi di Simon & Garfunkel, e speriamo che anche in futuro ci regaleranno nuovi album in coppia.
Infine, Death Vessel, progetto solista del capellone di Rhode Island di nome Joel Thibodeau, artista immeritatamente ancora inesploso, ma piuttosto dotato di talento, anch’egli decisamente tradizionale nell’interpretare il folk americano. Il suo disco del 2008, intitolato Nothing is Precious enough for Us www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=1539 che seguiva Stay Close (2007) era pieno di delicate ballate folk per voce e chitarra.
Passando ai generi grunge e lo-fi, l’etichetta di Seattle pubblica oggi alcuni nomi abbastanza interessanti, come i i discreti Jaill di Milwaukee, nel Wisconsin, che nel 2011 hanno pubblicato l’acerbo That’s how we Burn www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=2140
e poi gli Obits, quartetto newyorkese con due dischi all’attivo – I Blame You (2009) www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=1762 e l’ironico Moody, Standard and Poor (2011) – formato da veterani del noise rock.
Poi gli Handsome Furs progetto parallelo dei Wolf Parade, in cui Dan Boeckner suona insieme alla propria fidanzata; il duo canadese produce un indie rock in bassa fedeltà arricchito da struggenti colori new wave anni 80, non riuscendo però ad andare oltre la carineria.
E poi, in quest’ambito, ci sono i Mudhoney che negli anni zero hanno pubblicato un live (2007), un capolavoro come Under a Billion Suns (2006) www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=892 i due ottimi Since we’ve Become Translucent (2002) e Luky Ones (2008) www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=1463 e la ristampa deluxe di Superfuzz/Bigmuff (2008), tutto su SubPop, con il cantante Mark Arm che continua da 20 anni a lavorare come magazziniere proprio presso la SubPop, mentre tanti suoi colleghi meno talentuosi ed umili si rinchiudono nel jetset hollywoodiano, e poi i Pissed Jeans, gli entusiasmanti e dilettantissimi Happy Birthday e gli Unnatural Helpers
Riguardo il noise, la SubPop predilige le band contaminate di psichedelia e suono lo-fi; i No Age sono in continua crescita, www.freakout-online.com/demo.aspx?iddemo=1068 e l’etichetta crede molto in loro, gli italiani Jennifer Gentle nel 2008 hanno pubblicato per SubPop l’EP Evanescent Land, mentre su micro etichette in giro per il mondo danno alle stampe dischi minori non meno interessanti.
Poi ci sono i misteriosi AFCGT, strumentali, il gruppo più d’avanguardia del catalogo, e The Vaselines, riunitisi l’anno scorso con un bellissimo disco intitolato Sex with an X www.freakout-online.com/primopiano.aspx?idprimopiano=138 che al contrario continuano ad applicare il noise al lo-fi con gusto pop. A Febbraio 2011 poi la ciliegina sulla torta: il colpo vincente, con gli scozzesi Mogwai che passano a SubPop e pubblicano Hardcore will never Die, but you Will, e pochi mesi dopo l’EP Earth Division.
Ancora, ci sono poi gli A Frames
La scelta di volgersi al pop, da parte dell’etichetta, l’ha portata verso i poco convincenti newyorkesi Flight of the Conchords www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=1429 ma anche verso le spumeggianti e cosmopolite brasiliane CSS
il talento puro degli Shins
e quello dei loro gemellini Grand Archives
ed i raffinatissimi e non del tutto esplosi Low
ma va complessivamente meglio con le produzioni in ambito pop psichedelico, con il californiano Kelley Stoltz, in cui l’etichetta crede molto, e a ragione visto il livello interessante del suo ultimo To Dreamers www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=2076 artista capace di sintetizzare la psichedelia anni 60 di Love e Doors con il brit pop contemporaneo. Eccentrico ed inclassificabile poi il misantropo canadese Chad VanGaalen, che fa tutto a casa sua, minimizzando i contatti con pubblico ed etichetta – pare sparisca per un paio d’anni, per poi farsi vivo presso SubPop con le canzoni già belle e pronte, incise a casa sua – e dedicandosi ad un synth pop lo-fi
prossimo a Daniel Johnston; poi gli interessantissimi Beach House, gli insipidi Fruit Bats, ed i Papercuts di Robert Quever, passati a SubPop l’anno scorso, il cui ultimo Fading Parade nessuno ha inserito nella playlist dei dischi dell’anno, ma invece qui a Freakout ci ha sorpreso moltissimo www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=2166 anche più dei punkeggianti inglesi Male Bonding
Discorso diverso per le Dum Dum Girls, che invece di apprezzamenti internazionali ne stanno ottenendo eccome www.freakout-online.com/demo.aspx?iddemo=1123 e non certo soltanto per il loro look e la loro avenenza; il quartetto tutto femminile propone una miscela intrigante di fuzz rock’n’roll e pop anni 60 tipo Ronettes.
Nota a parte merita poi J Mascis, leader dei fondamentali Dinosaur Jr, che proprio di recente ha pubblicato un disco solista per SubPop www.freakout-online.com/primopiano.aspx?idprimopiano=152 in cui mette da parte il vortice rock a cui ci ha abituato col suo gruppo, e si dedica ad un ben più placido pop elettroacustico, per la verità un po’ spiazzante – che bello però il suo ultimo videoclip, Is it Done www.youtube.com/watch?v=3N9yhRlNaUw&feature=endscreen&NR=1 – ma Mascis lo consideriamo un benefattore rock dell’umanità, non sta a sentire nessuno, e va diritto per la sua strada; restiamo tutti in attesa di un nuovo suo lavoro elettrico, che è ciò che gli riesce meglio…
Piccola ma di qualità anche la pattuglia di gruppi stoner, fondamentalmente formata dagli ottimi e vari Retribution Gospel Choir http://vimeo.com/8767130 band di Alan Sparhawk (chitarra, voce), Steve Garrington (basso) ed Eric Pollard (batteria e voce), i Comets on Fire www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=383 formalmente ancora sotto contratto, ma fermi da 5 anni con Ethan Miller e gli altri dediti a vari progetti paralleli, un po’ come gli intellettuali veterani Kinski, autori nel 2007 del bel Down below it’s Chaos e poi nulla più.
Da sottolineare anche la scelta recente dell’etichetta di guardare con attenzione al difuori dei confini statunitensi, pubblicando artisti stranieri spesso anche inizialmente sconosciuti di cui abbiamo già parlato più su, come i brasiliani CSS, gli italiani Jennifer Gentle, i canadesi b>Chad VanGaalen, Handsome Furs e Wolf Parade, o i britannici Male Bonding, Mogwai e The Vaselines, scommesse commerciali più o meno sempre vinte, dalla SubPop.
www.freakout-online.com/primopiano.aspx?idprimopiano=138
Ed una nota la merita anche la serie di ristampe, che periodicamente richiamano l’attenzione sul passato dell’etichetta, con edizioni arricchite da un secondo CD contenente materiale inedito; Bunny Gets Paid dei Red Red Meat, anno 1995, è stata una bella riscoperta, così come i primi due dischi dei Sunny Day Real Estate www.freakout-online.com/special.aspx?idspecial=122 o il mitico ‘Bleach’ dei Nirvana, anno 1989.
Anche la ristampa di antichi dischi non Subpop sta riservando gradite sorprese, come nel caso dei feedtime, oscuro gruppo australiano noise garage anni 80, di cui l’etichetta di Seattle ha ristampato recentementei primi dischi, in un cofanetto intitolato The Aberrant Years www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=2412
Autore: Fausto Turi
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