La scena è quella della Brixton Academy di Londra, la serata è quella del 20 novembre 1999. Stephen Malkmus termina il concerto dei suoi Pavement appendendo un paio di manette all’asta del microfono e rivolgendosi al pubblico con un esplicito:< <this is like to be in this band>>. E’ quello il momento che segnò definitivamente lo scioglimento della band che più di tutte, nella seconda metà dei ’90 e dopo la fine dell’epopea grunge, aveva contributo ad allargare e ridisegnare i confini del rock indipendente.
Indipendenza e spontaneità, ironia dissacrante e amore per la bassa fedeltà erano stati il lievito creativo dei Pavement almeno fino a quando la nevrosi e l’ansia per essere stato eletto ad icona vivente di una generazione non avevano finito per logorare Malkmus e con lui gli equilibri di un meccanismo che forse aveva ormai esaurito la sua ragione d’essere.
In tutti questi anni che ci hanno diviso da quella serata Malkmus ha mantenuto una presenza nella scena indie, sebbene solo in rari momenti sia stato in grado di fare rivivere la magia della sua musica. E in fondo la storia della sua carriera solista non può che essere letta alla luce del tentativo di mostrarsi all’altezza di quegli anni giovanili rimpianti da noi che quella musica amavo visceralmente.
Non è da tutti infatti riuscire nell’impresa di ricostruire una carriera, ripartendo da un’esperienza per molti versi ingombrante. Si rischia di trovarsi come inariditi o di scoprirsi a recitare una parte. Malkmus oggi non è più il ragazzo del college goliardico e malinconico, ma alla fine crediamo, incontrando i compagni del suo vecchio sodalizio lo scorso anno, sia riuscito ad affrontare l’inevitabile paragone con il passato, uscendone a suo modo pacificato.
Non può essere un caso che Mirror Traffic sia stato scritto proprio durante i giorni della reunion dei Pavement.
L’album, registrato con il prezioso aiuto di Beck Hansen, tornato in veste di produttore dopo l’eccellente prova fornita con Demolished Thoughts di Thurston Moore, trasmette infatti l’idea di un artista finalmente a proprio agio come mai era apparso negli anni recenti, finalmente alle prese con il capitolo più originale della sua seconda carriera.
Le cose funzionano davvero bene tra brani energici (Tigers, Spazz, Tune Grief, Forever 28) e altri lenti ed ipnotici (No One Is (As I Are Be) e Asking Price), la graffiante ironia di Senator (< <I know what the senator wants is a blowjob>>).
“Mirror Traffic” è in fin dei conti un piccolo gioiellino che riesce a strapparci un sorriso e a metterci di buon umore. E fa nulla che guarda al passato, perché quel passato ha tanto a che fare nel bene e nel male con la nostra vita.
Tracklist:
Tigers
No One (Is As I Are Be)
Senator
Brain Gallop
Jumblegloss
Asking Price
Stick Figures In Love
Spazz
Long Hard Book
Share The Red
Tune Grief
Forever 28
All Over Gently
Fall Away
Gorgeous Georgie
Autore: Alfredo Amodeo
stephenmalkmus.com