L’anno scorso, in occasione del ventennale di Freakout, abbiamo realizzato una compilation intitolata “This Is Naples vol.1”, con l’obiettivo di “fotografare” (parzialmente, s’intende) la scena underground napoletana.
A un anno di distanza, escono – in contemporanea – altre due compilation, auto-prodotte, distribuite gratuitamente tramite il web ed acquistabili ad un prezzo quasi simbolico nel loro formato “tradizionale”, le cui tracklist non comprendono neanche uno dei gruppi che trovavano spazio nella nostra raccolta.
Un’ennesima conferma della vivacità, del fermento, o semplicemente dell’abbondanza di progetti musicali che – tra alterne fortune – si sviluppano in città, in maniera etereogenea e spesso caotica.
La prima compilation, “Piano Sequenza”, si presenta come “retrospettiva di musica a Napoli negli anni 00”, ed è un progetto curato da Korovamilkbar (trasmissione della radio pirata “Radiolina”, di casa nel centro sociale Officina 99) e dal Tpa/Arkfotolab (spazio occupato all’interno della facoltà di Architettura). Comprende una serie di band protagoniste, negli ultimi sei anni, delle scalette della trasmissione: dalle mirabolanti acrobazie cosmic-math (?!) dei Ne Travaillez Jamais alle scorribande strumentali hardcore-noise dei Mesmerico e dei sorprendenti Traders, dal più convenzionale rock d’autore di band come Iride, Le Trou Sociètè, Nouer e Lev al raffinato cantautorato dal sapore folk di Insula Dulcamara e Gnut, dalle raffinatezze jazz-prog degli ottimi Slivovitz e i paesaggi post-rock dei Dasauge agli incubi post-industriali degli Alluro e dei Nembrot, passando per il geniale surrealismo dei Gino Fastidio e i delirii electro-acustici dei K-Conjog e quelli ad 8 bit di Smithernov, “Piano sequenza” è un viaggio sonoro assolutamente intrigante. Un percorso – progettato con cura e coerenza (la tracklist è assemblata saggiamente, seguendo una logica di “affinità” tra le band messe in sequenza) – avvincente, accompagnato da un booklet in bianco e nero di foto della città e dei suoi dintorni quanto mai (cito il comunicato che accompagna l’uscita del cd) “lontane dagli stereotipi della carta sporca e delle cartoline”.
Così com’è lontano dagli stereotipi il contenuto sonoro del CD, che si spera possa essere utile a far conoscere anche fuori dai confini regionali realtà aritstiche che contribuiscono ad animare una scena-non-scena frazionata ma pulsante e variopinta, lontane dai riflettori e purtroppo spesso lontane anche dall’attenzione degli addetti ai lavori.
Il secondo cd, “You Have No Control” è un tributo, fieramente “do it yourself”, ai Fugazi, concepito dal “collettivo politico-musicale” Get Up Kids!, Officina 99, e la fanzine “A ‘rraggia”.
Vi ritroviamo alcune della band già presenti in “Piano Sequenza”, una band che figura come “special guest” (L’Enfance Rouge), e altre piacevoli sorprese. Classici del repertorio della seminale band di Washington DC sono re-interpretati secondo la sensibilità dei singoli gruppi: succede quindi che “Turnover” (manipolata dai Lidryca) possa sussultare su ritmiche drum’n’bass, che “Break” possa essere riprodotta fedelmente dal punto di vista sonoro dai Gino Fastidio, ma che il ritornello si trasformi dall’inglese al napoletano, con risultati irresistibili; o che “Arpeggiator” possa comprendere impensabili sonorità indianeggianti, una volta passata dalle mani dei K-Conjog.
Spettacolare la rivisitazione di “Cashout” da parte degli Insula Dulcamara, che in questo pezzo suonano come un incrocio tra Eels, dEUS e Beck; incazzatissime “Bed For The Scraping” rivista dalla storica hardcore-band casertana Bandiera Dell’Odio e “Great Cop” coverizzata dagli Ultimo Giro.
Una raccolta in cui è evidente un forte messaggio “politico”: è centrale il desiderio di sottolineare la rivendicazione del pieno “controllo” da parte dei musicisti della propria arte e la piena libertà di espressione e diffusione dei prodotti culturali (da qui la fiera avversione alla SIAE, e la volontà di muoversi su territori liberi da copyright).
Due progetti “paralleli”, due strade possibili per avventurarsi tra i cuniculi scuri e tortuosi nella Napoli Sotterranea che suona e fa (parecchio) rumore.
Autore: Daniele Lama
www.get-up-kids.org – pianosequenza.blogs.teknusi.org/