Dopo una lunga pausa ritorniamo ad occuparci della scena australiana che, in questi mesi, come un vulcano in eruzione, ha continuato la sua attività tellurica con una lunga striscia di dischi nuovi e di ristampe di album di gruppi storici.
Ci sono anche nomi leggendari che ritornano. Ed è da qui che vogliamo partire per questa nuova puntata di Tales From Oz. Dai New Christs di Rob Younger che, a sette anni dall’ultimo album, il fantastico “We Got This!”, alcuni mesi fa hanno pubblicato un nuovo Lp. Inutile dire che, come da tradizione della band, a parte Younger e il batterista Stu Wilson, già presente nel disco precedente, la line-up è totalmente rinnovata. Fa piacere segnalare il ritorno di Jim Dickson, lo storico bassista degli anni ’80 (già nei leggendari Barracudas e nell’ultima formazione dei Radio Birdman), mentre i due chitarristi, Dave Kettley e Brent Williams, rappresentano i nuovi ingressi. Con un tale rimescolamento di carte anche il suono della storica formazione di Sydney è cambiato. Non poteva essere altrimenti. “Gloria” (Impedance) contiene undici brani che in parte ripercorrono i territori oscuri e ricchi di pathos che da sempre hanno rappresentato il marchio di fabbrica dei New Christs. E, in parte, se ne allontanano proponendo un suono saturo, carico, tutto incentrato sul ruolo centrale delle chitarre, a tratti sin troppo hard. Chitarre più pesanti che in passato, meno propense agli arabeschi o a un sound incisivo e tagliente. Se dovessi fare una classifica dei dischi della formazione australiana, “Gloria” mi pare il meno ispirato della loro lunga storia. In termini generali rimane tuttavia un lavoro sopra la media. Un album che cresce con il tempo e si fa apprezzare appieno dopo ripetuti ascolti. Si scopre così che “The Posse” è uno dei brani più belli mai scritti dal gruppo australiano, una perfetta sintesi del suono lirico e grintoso da sempre marchio di fabbrica della band, con la voce di Younger che si insinua lungo le fantasiose trame sonore. Di grande spessore è anche “Psych Nurse”, episodio che si sviluppa come un trip psichedelico, pur non disdegnando nervosi stop & go. Di grande impatto e lirismo è pure “Daddy’s Calling”, mentre la conclusiva “Bonsoir A Vous” è sicuramente il brano più solare dell’intero album.
Un altro gradito ritorno della scena australiana è quello degli Hitmen di Johnny Kannis e Chris Masuak. Lo scorso anno la formazione di Sydney ha tenuto un concerto straordinario al Crest Hotel di Sylvania con un’ospite d’eccezione: la fascinosa ex vocalist di Destroy All Monsters e Dark Carnival, Niagara.
Una testimonianza del filo rosso che da sempre lega Sydney a Detroit. Per quello show, ovviamente sold out, arrivarono fans da tutta l’Australia. Oggi parte di quel concerto rivive in “St. Valentine’s Day Massacre” (Steel Cage Records), un live album firmato appunto da Niagara & The Hitmen. Un disco in cui traspare tutta l’energia e la potenza della band sul palco: gli Hitmen suonano compatti, il motore è a pieni giri e la femme fatale di Detroit con la sua voce inconfondibile, che il tempo non ha cambiato, ammanta di fascino la grinta rock che trasuda dagli strumenti. Il repertorio è classico: Stooges, Destroy All Monsters, Dark Carnival, Radio Birdman. Brani che bruciano, da “Little Doll” a “You’re Gonna Die”, da “Bored” ad “Anyone Can Fuck Her”, da “TV Eye” a “Death By The Gun”. Eccezionale documento sonoro di una serata memorabile. Con due bonus video: “Little Doll” e “You’re Gonna Die”.
Dai ritorni alle ristampe.
Con quella che, a giudizio del sottoscritto, è la migliore dell’anno. Si intitola “Not Meant For This World – The Au Go Go Years 1994 – 1996” e contiene l’omonimo album, l’Ep “Teen Sublimation Riffs” e svariati demos degli Asteroid B-612. Per molti la più devastante formazione australiana degli anni ’90. La band guidata da John Spittles e Stew “Leadfinger” Cunningham era artefice di un suono incisivo e compatto, hi-energy rock’n’roll nella migliore tradizione Sydney-Detroit.
Ho sempre ritenuto “Not Meant For This World” una delle vette della scena Oz dello scorso decennio, un concentrato di chitarre ed emozioni: dall’iniziale “Destination Blues” alla devastante title-track, passando per la deflagrazione di “Straight Back To You” fino alle non meno esplosive “The Same Old Blues” e “Where Has All The Fun Gone”. Un capolavoro assoluto. Arricchito, in questa edizione, dal migliore Ep realizzato dagli Asteroid B-612 e da una manciata di bonus. Un’occasione da non sprecare per chi ha perso l’energia e la potenza della band in tempo reale.
Da una ristampa veniamo ad alcuni dischi nuovi e nuovissimi. Il primo della serie è firmato dagli Intercontinental Playboys, formazione di Sydney già artefice nel 2005 di un bell’album di debutto intitolato “Sonic Seducers”. La band ritorna ora con “Hymns Of The Flesh”, che vede la luce per I-94 Bar, l’etichetta che fa capo all’omonima e imprescindibile webzine diretta da Craig “Barman” Regan. Un disco che conferma la cifra stilistica del quartetto australiano interprete di un garage evoluto, dal tiro impeccabile, in cui l’organo Hammond ha un ruolo predominante.
Un suono dal groove eccezionale, coinvolgente sin dal primo ascolto. Sia che gli Intercontinental Playboys ci diano dentro con degli episodi tirati quali l’iniziale “Sitting Pretty (You’re In Control)” o “Department Of Love” sia che pensino a irretire l’ascoltatore con brani “moody & groovy” come “It’s Raining Today”, “Driving Sideways” o “It’s Getting Too Much”. Accanto ai nove pezzi dell’album, il Cd di “Hymns Of The Flesh” ci regala anche cinque bonus-track (tre dal vivo e due da precedenti prove discografiche) assolutamente sintonizzate sull’intrigante tiro sonoro del gruppo di Sydney.
Per la stessa etichetta, I-94 Bar, vede la luce anche “All Your Love” di MICK MEDEW & THE RUMOURS. Un disco che segnala il ritorno sulle scene di uno dei cantanti della stagione d’oro del rock australiano: Mick Medew, appunto, l’ex singer dei formidabili Screaming Tribesmen. E si tratta di un album di tutto rispetto, uno di quei dischi che se fossero usciti 20/25 anni fa avrebbero comprato in tanti anche da questa parte dell’emisfero. Le nove canzoni in esso contenute – otto originali più la cover di “Another Girl, Another Planet” degli Only Ones – rappresentano la quintessenza del rock’n’roll australiano: un sound solare, diretto, incisivo. E anche quando le chitarre virano pericolosamente verso l’hard rock ci pensa l’inconfondibile voce di Mike e l’impianto melodico a riportare il giusto equilibrio nei brani. “All Your Love” è un disco che colpisce subito e cresce con gli ascolti: con le melodie che ti si attaccano addosso e l’energia chitarristica che colpisce nel segno. Uno dei migliori album dell’anno. Non soltanto australiani.
Autore: Roberto Calabrò
www.myspace.com/intercontinentalplayboys – www.myspace.com/asteroidb612rocknroll – www.myspace.com/hitmendtk – www.myspace.com/theofficialnewchrists