Circa un anno fa, esattamente l’11 maggio 2006, i riformati Scientists tenevano uno straordinario concerto allo Sheperd’s Bush Empire di Londra. Quello show memorabile è ora a disposizione di tutti su CD. Si intitola “Sedition” (ATP/Goodfellas) e viene pubblicato dall’etichetta satellite del festival All Tomorrow’s Parties con una confezione particolarissima: il libretto interno è infatti una sorta di agenda Moleskine con commenti firmati da Henry Rollins, Thurston Moore (Sonic Youth), Jon Spencer, Warren Ellis (Dirthy Three) e Gareth Liddiard (Drones). E la musica? Sembra che il tempo non sia passato. La formazione è quella del periodo “londinese” (primi anni ’80): oltre al carismatico Kim Salmon, ci sono Boris Sujdovic e Tony Thewlis, con Leanne Carrie al posto del batterista Brett Rixon (che lasciò la band nel 1985). E anche il suono è rimasto quello oscuro e convulso di oltre vent’anni fa. I classici della band ci sono tutti: dall’ipnotica e ossessiva “Swampland” alla stupenda e ultradistorta “We Had Love” passando per “Blood Red River”, “When Fate Deals Its Mortal Blow”, “Nitro” e per l’esplosione noise di “Leadfoot”. Undici brani eseguiti con una carica emotiva e sonora impressionante. Un disco davvero consigliato, e non solo ai fans della band di Perth. E se gli Scientists firmano il loro ritorno con un album dal vivo, un’altra formazione legata a doppio filo a quella di Kim Salmon festeggia la sua ricomparsa sulle scene con un superbo disco di studio. Stiamo parlando dei Beasts Of Bourbon, originariamente uno spin-off proprio degli Scientists che non pubblicavano un album ufficiale esattamente da dieci anni, dai tempi di “Gone”. Lo scorso anno Tex Perkins, Spencer P Jones. e soci avevano dato dimostrazione di essere vivi e vegeti con un live “Low Life”, registrato al Tote di Melbourne sul finire del 2003. Nessuno si aspettava un nuovo album in studio. E invece la formazione australiana ha deciso di dare un taglio a quella sorta di maledizione che gli era stata imposta e per la quale membri della band era passati all’altro mondo oppure finiti in carcere o in ospedale. Con il cuore gonfio di rabbia le Bestie del Bourbon hanno dato forma a “Little Animals” (Albert/Sony), una raccolta di canzoni vibranti. Sin dall’iniziale “I Don’t Care About Nothing Anymore” si avverte subito la sensazione di trovarsi di fronte ad un album cattivo, pieno di energia e furia repressa. Sensazione confermata man mano che si snocciolano le altre canzoni del disco: dai mid-tempo corposi di “I’m Gone” e “I Told You So”, passando per le distorsioni di “Master and Slave” e “Sleepwalker”, in cui la voce di Tex Perkins si fa ancor più cartavetrata, fino alle accelerazioni di “The Beast I Came To Be” e “Too Much Too Late”. Nel bel mezzo del disco troviamo pure una ballata romantica: si tratta della title-track, un episodio dall’andatura notturna e un po’ ubriaca. Splendida. E va segnalato pure il divertissment finale: la spoken-song “Thanks” in cui la band ringrazia per tutte le “belle cose” che la vita ci riserva, nonostante tutto…
In tema di ristampe invece siamo noi a ringraziare la Off The Hip che ha ben pensato di rendere omaggio a una delle migliori formazioni Aussie degli anni Novanta: i Brother Brick. “Stranded in The Nineties” è un doppio CD che raccoglie l’opera omnia della band guidata dallo straordinario chitarrista e songwriter Stewart “Leadfinder” Cunningham. Ci sono i fantastici singoli della band, brani sparsi in compilation, tracce dal vivo, l’introvabile Ep “Getting Beyond A Shit” del 1993. Ma soprattutto c’è l’intero album “A Portable Altamont”, un capolavoro assoluto dell’hi-energy rock’n’roll australiano. Un disco in cui la chitarra in fiamme di Leadfinger si incontra con un songwriting degno della Motor City, regalandoci perle del calibro di “The Same”, “Chip On My Shoulder”, “Chokito Bar”, “Feel Strong Out”. Ovvero il meglio che il rock australiano ha espresso una decina d’anni fa. Pubblicato nel 1999 dalla piccola etichetta francese Hellfire Club, presto esaurito e mai ristampato, “A Portable Altamont” è un disco che meritava di essere riscoperto. Per questo e per gli altri 24 brani presenti, “Stranded In The Nineties” si segnala tra le ristampe dell’anno. Tra i nomi di punta dell’Aussie-rock degli anni ’90 c’era anche John Spittles, compagno di ventura di Stew Cunningham nei formidabili Asteroid B-612. Chiusa l’esperienza con quella formazione, il Nostro non è stato con le mani in mano e sotto il moniker di Johnny Casino’s Easy Action ha pubblicato due album grintosi di cui abbiamo dato conto in altre ‘puntate’ di “Tales From Oz”. Adesso, in attesa di licenziare un intero lavoro del suo nuovo progetto Johhny Casino & The Secrets, dà alle stampe due brani-anticipazione tratti dall’album in arrivo, “New Clothes, Old Shoes”. Se “Trying To Be Your Man” è un episodio influenzato dal roots-rock americano, la spettacolare “If you want it”, arricchita dal chitarrismo valvolare e dall’armonica di Brad Sheperd (Hoodoo Gurus) colpisce nel segno con il suo rock’n’roll incisivo e fantasioso. Ma non finisce qui: la peculiarità di “Get Some” (Off The Hip) è costituita dal numero delle bonus-track: ben undici. Quello che doveva essere un singolo finisce per essere, invece, una sorta di carrellata sulle ultime produzioni di Mr. Spittles (sia con gli Asteroids che con gli Easy Action). Consigliato a chi non ha ancora incrociato il suo cammino con quello del possente chitarrista/songwriter di Sydney.
Chiudiamo con una ristampa pubblicata sempre via Off The Hip. Si tratta di “Lights, Guitar, Action!” degli Early Hours di Perth. In attività durante tutti gli anni Novanta, il quartetto capitanato dal cantante e chitarrista Kirk Pohl pubblicò due album – “Top 10 Hits” ed “Evolution” – ed una manciata di singoli, costruendosi uno zoccolo duro di fans in Europa. Non altrettanto accadde in madre patria e la band si sciolse. Oggi Off The Hip ripubblica tutti i brani degli Early Hours in un unico CD. “Lights, Guitar, Action!” contiene ben 27 canzoni dal marcato taglio pop. Non mancano episodi incisivi – “Burn Baby Burn”, “Groovy Kind of Girl”, “The Girl I Haven’t Met”, giusto per citarne alcune – ma la maggior parte induce in una vena eccessivamente melodica. Belle canzoni, non c’è che dire, forse un po’ troppo levigate per essere davvero memorabili.
Autore: Roberto Calabrò
www.myspace.com/kimsalmon – www.myspace.com/beastsofbourbon – www.myspace.com/therealjohnnycasino