05: Maurizio Giammarco Quartet: special guest Bill Stewart
Il sassofonista Maurizio Giammarco, attualmente direttore dell’attivissima Parco della Musica Jazz Orchestra, trova il tempo per esibirsi in quartetto con Paolino Dalla Porta al contrabbasso, Salvatore Bonafede al piano e l’ospite speciale Bill Stewart alla batteria.
Ne viene fuori un set di nove originali (quasi tutti composti dallo stesso Giammarco) che sviluppa un jazz basato essenzialmente sulla tecnica impeccabile degli interpreti ma che, francamente, manca di momenti veramente sorprendenti ed emozionanti.
06: Paolo Damiani Quasi Band: special guest Rita Marcotulli
Di ben altra fattura si è rivelato il sesto cd del progetto che ha visto protagonista la Quasi Band di Paolo Damiani.
La voce sognante di Diana Torto trascina l’ascoltatore sulle linee morbide disegnate dai fiati di Javier Girotto e Louis Sclavis, e dal piano di Rita Marcotulli, in un repertorio di originali dal sapore mediterraneo e dall’andamento poetico e sognante.
Damiani, sia al contrabbasso che al violoncello, osserva gli interpreti e ne cementa gli slanci, ne rassicura le movenze creando il giusto equilibrio timbrico in una serata particolarmente ispirata.
07: Franco D’Andrea Five: special guest Fabrizio Bosso
A Franco D’Andrea la voglia di sperimentare non è mai passata. Sembra che col passar degli anni, e grazie alle sue acquisite capacità, si sia fatta sempre più raffinata e giocosa.
Col suo nuovo quintetto smonta, incastra e ricrea alcune delle sue composizioni con i classici della storia jazzistica. Il suo pensiero si snoda da Morton a Monk passando per le invenzioni di Ellington, per un set di otto movimenti (di cui sei medley) curiosi e labirintici.
Da ascoltare più volte per riuscire a coglierne le sfumature emozionali.
08: Doctor 3 (Rea-Pietropaoli-Sferra)
In occasione del quarantennale di Sgt. Pepper, i Doctor 3 ripresentano l’opera beatlesiana in chiave jazz mantenendone le strutture di base, adattando le andature al proprio gusto melodico e riscrivendo alcuni passaggi con buona inventiva e sagacia ritmica.
Concerto che conferma l’abilità del trio nell’addentrarsi nei pentagrammi altrui e della capacità di ripercorrere vecchi sentieri senza cadere nella banalità che spesso affligge questi tentativi.
Autore: Roberto Paviglianiti
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