Venticinque anni di resistenza, sempre e comunque in direzione ostinata e contraria. Dopo un quarto di secolo, la Gang dei fratelli Severini si è finalmente decisa a pubblicare il suo primo disco dal vivo.
Dopo aver calcato palchi in ogni angolo d’Italia la band marchigiana ha riportato tutto a casa e ha deciso di cristallizzare le sue esperienze on stage con questo live.
I Severini hanno riportato a casa tutte le loro esperienze ed i cimeli raccolti in questo lungo tragitto, come documentato sulla copertina e nel booklet dove sono fotografati oggetti che hanno un chiaro riferimento al loro background socio-politico-culturale-musicale.
È come se i Gang con questi oggetti volessero comunicare che sono sempre e comunque dei rocker comunisti ed antagonisti.
“Dalla polvere al cielo” è un doppio album contenente 21 tracce, tra le quali spicca la mancanza di “Bandito senza tempo”; ma state tranquilli in compenso Sandro e Marino Severini hanno inserito una travolgente “I fought the law” ed una tiratissima “Dante di Nanni”, inno antifascista degli Stormy Six.
I brani sono stati registrati tutti tra il 2000 ed il 2004, durante la lunga tournèe, successiva a “Controverso”, l’ultimo album di inediti registrati dalla band marchigiana.
Ebbene si, sono dieci anni che la Banda non pubblica un intero album di inediti, ma questo è sicuramente un chiaro messaggio che i nostri vogliono mandare all’industria discografica, vale a dire quello di non piegarsi ai ritmi del mercato.
Paradossalmente proprio dopo aver pubblicato con le multinazionali del disco la Gang ha deciso di proseguire in maniera totalmente libera, senza contratti, dimostrando che si può continuare a suonare – dato che di concerti in giro ne fanno ancora parecchi – e pubblicando dischi quando vogliono, proprio come hanno fatto per l’ottimo lavoro condiviso con La Macina “Nel tempo ed oltre, cantando” e per il cd commissionato loro dalla Cia (Confederazione italiani agricoltori) “Il seme e la speranza”.
Le registrazioni non sono sempre impeccabili, ma chi se ne frega, la Gang è o no un gruppo con una coscienza ancora profondamente punk?
Quindi l’importante è la sostanza e in questo doppio cd, vi assicuro che ce n’è in abbondanza.
Il primo parte con una tirata “Socialdemocrazia”, per proseguire con la ballatona elettrica “Fino alla fine” ed il folk-punk de “La corte dei miracoli”.
A seguire “Dante di Nanni” e “Non è di maggio”, con chitarre che affondano in modo affascinante. Tagliente e con ritmo in levare è “Johnny lo zingaro”, mentre Marino si lascia andare alla malinconia in “Se mi guardi, vedi”. Come sempre è emozionante “La pianura dei sette fratelli”, mentre “Le radici e le ali” continuerà in eterno a commuovere chi ha sentimenti comunisti, così come, a modo loro, sono rabbiose ed un invito ad andare sempre più in là “Oltre” ed “Il bandito Trovarelli”.
Il secondo cd parte con l’inno di “Fermiamoli”, rallenta il ritmo con “Giorni” e riparte con la carica cosmopolita di “Colpevole di ghetto”.
Altre grandi emozioni sono suscitate da “Comandante” e da “Buonanotte ai viaggiatori”, passando per i rimpianti di “Paz”, le frustrazioni di “Sesto San Giovanni” e l’immarcescibile inno di “I fought the law”.
Il cd è dedicato al batterista Paolo “Zico” Mozzicafreddo scomparso prematuramente tre anni fa.
Autore: Vittorio Lannutti
www.the-gang.it – www.thegang.it – www.myspace.com/2006gang