Enrico Brizzi ci ha preso gusto, dopo aver pubblicato un album reading con i Frida X, lo scrittore di “Jack Frusciante è uscito da gruppo”, “Bastogne” e “Tre ragazzi immaginari” tra gli altri, ci ricasca e stavolta la collaborazione lo vede al fianco di uno dei migliori gruppi pop italiani di questi ultimi anni, i Numero 6.
Una collaborazione non improvvisa, dato che Brizzi aveva collaborato anche nell’ultimo ep del gruppo “Quando arriva la gente si sente meglio” (quello della collaborazione con Bonnie “Prince” Billy e della recensione su Pitckfork.com) scrivendo il testo di “Navi stanche di burrasca”.
Ma andiamo con ordine. Nel 2007 esce “Il pellegrino dalle braccia d’inchiostro” (Mondadori) romanzo dello stesso Brizzi, che nasce da un viaggio, reale, fatto “attraverso le Alpi, fra Losanna e Aosta, con una coda in Toscana (i protagonisti sono in viaggio già “da quaranta giorni” fra Canterbury e Roma)”, viaggio che segue quello che lo stesso scrittore bolognese aveva fatto coast to coast Tirreno-Adriatico, messo in musica con una delle band culto dell’underground Frida X “Nessuno lo saprà. Viaggio a piedi dall’Argentario al Conero” (eravamo nel 2005).
Poi Brizzi decide che questa volta sarà montagna e con l’amico fotografo Valerio Gnesini si mette in viaggio, incontrando di volta in volta amici e personaggi particolari, come Bernhard Hartmann, ovvero “Il pellegrino dalle braccia d’inchiostro”, che sarà protagonista delle canzoni, ma soprattutto della storia, un viaggio che diventerà… “odissea”. Un personaggio totalizzante, che prende possesso della storia, con le sue frasi mistiche, a volte inopportune, in ogni caso esagerate!
Concept? Questo album è un racconto, una riduzione del romanzo mondadoriano, ma è anche un vero e proprio disco, non reading, ma disco in cui le voci di Brizzi (più parlata) e quella di Bitossi e Stefano Piccardo si mescolano per raccontare questa storia: “Visto il successo delle performance live è nata e si è concretizzata l’idea di fissare quell’esperienza su disco” – dice Bitossi e prosegue su Brizzi – In questo caso, a differenza di altre esperienze passate, ho l’impressione che Brizzi sia una sorta di ‘cantante’, sia per come usa la voce sia per come ha adattato i suoi scritti alla struttura delle canzoni, che ho volutamente scritto utilizzando i classici stilemi del pop rock, ossia le strofe, i ritornelli, gli special, i ponti”. Lo sforzo di cercare un genere in cui racchiudere questo album, per rendere più facilmente comprensibile a chi legge quello che andrà ad ascoltare, non lo faremo neanche, tante sono le sfumature che si inseguono nel disco: dal pop che caratterizza il gruppo a sfumature elettroniche e fasi più rock senza dimenticare la psichedelia (che forse è quella che maggiormente si adatta a questa storia e al suo protagonista mistico).
Ovviamente essendo Brizzi uno degli ideatori del progetto oltre che autore materiale del libro da cui quest’album è tratto è normale essere presi dai testi, dalla storia, da questo viaggio che a volte mette la musica in sottofondo, come quando su un treno leggete un libro con il lettore nelle orecchie, con la musica tanto forte da segnare quel libro, ma non tanto da disturbarne la lettura.
In attesa del nuovo album dei Numero 6 che uscirà quest’anno, vuoi vedere che i due genovesi hanno seminato germi del loro nuovo lavoro?
Autore: Francesco Raiola
www.numero6.com – www.enricobrizzi.it