Solo poche centinaia di persone hanno assistito ad uno degli eventi più interessanti dell’estate marchigiana, vale a dire il doppio concerto degli Hormonauts e della Banda Bassotti, organizzato dall’Extra, presso il ristorante “La Donzelletta”. Un vero peccato per chi non ha assistito, una grande serata per chi c’era. Ad aprire le danze ci pensa una band locale, i Vernelli, dediti ad un rock’n’roll intasato negli anni ’50, con un set fatto quasi interamente di cover, tra cui una “No fun” stoogesiana, con arrangiamento da anni ’50 ed una scoppiettante “Summetime blues” di Eddie Cochran, oltre a materiale dei Sonics.
Intorno a mezzanotte salgono sul palco gli Hormonauts, che per tre quarti d’ora non si sono risparmiati con il loro rock, in grado di affondare nelle radici di Elvis & Co, ma con un occhio al presente, grazie ad arrangiamenti noise e punkati.
“Lucky toy”, “Mini-skirt”, “Your gun”, “Get off the wagon” ed “Hormone bop” sono i brani che hanno maggiormente esaltato il pubblico. Vedere dal vivo il trio di rockers è anche un’occasione per apprezzare la duttilità e la scioltezza con sui suona la batteria Matt de Paul.
Vi assicuro che in tanti anni che ho assisto a concerti solo un’altra volta mi era capitato di vedere un batterista che suona con tanta semplicità, ed era stato Russel Simmins della Blues Explosion.
All’una di notte salgono sul palco i manovali, che hanno l’opportunità di alimentare la lotta contro il capitale. Sigaro, infatti, a metà concerto ha tenuto a precisare che loro non sono musicisti di professione, dato che anche se suonano in giro per il mondo, il lunedì stanno sul cantiere a lavorare. La Banda Bassotti, che sta promuovendo in giro per l’Italia e per il mondo il live, uscito da pochi mesi, “Check Point Kreuzberg”, suona per due ore, proponendo brani presenti in tutti i loro dischi, comprese cover ed omaggi. Non a caso la serata è chiamata “Revolution rock”, infatti, il combo romano esalta ed accontenta il pubblico con brani come “Il palazzo d’inverno”, “Cuore malato”, “”Amore e odio”, “Juri Gagarin”, “Figli di…”, “Cocodè”, fino all’immarcescibile “Figli della stessa rabbia” o alla giustamente rancorosa “Luna rossa” e “All are equal for the law” in medley con “If the kids are united” e per “Bandiera rossa” Picchio brandisce una falce ed un martello.
Tra le cover, a grande richiesta del pubblico hanno proposto “Stalingrado” degli Stormy Six, il tradizionale messicano “Carabina 30 – 30” e il brano dei Kortatu “Zu Atrapartu Arte”.
Il finale è stato tutto particolare, non tanto perché hanno cantato la sempre più indispensabile “Bella ciao”, ma perché l’anno voluta cantare con Marino Severino dei Gang, loro grande amico.
Assistere ad un concerto della Banda Bassotti è, in questi tempi disperati e disperanti di attacco indiscriminato ai diritti essenziali dell’individuo e del lavoratore, vitale ed un’indispensabile boccata d’ossigeno. La lotta continua!!
Autore: Vittorio Lannutti
www.thehormonauts.com – www.bandabassotti.org