Per l’unica data italiana del loro tour i Neurosis hanno scelto il Mamamia di Senigallia, dove purtroppo, nonostante fosse un sabato, non si è riempito
come avrebbe dovuto data l’importanza dell’evento. I californiani in questa tournèe si stanno facendo accompagnare da due band della loro etichetta, la Neurot, The Ocean e A storm of light, che ricalcano fin troppo le tracce musicali della band capitanata da Kelly e Von Till, a volte, purtroppo, sembrandone una brutta copia sbiadita. Passiamo allo show dei protagonisti che hanno fatto il loro ingresso sul palco alle 23.05 e per un’ora ed un quarto hanno vomitato sul pubblico decibel roboanti di psichdelia doom, post-core ed apocalyptic folk.
Impeccabili e senza sbavature i cinque musicisti sono apparsi fin troppo professionali dato che non hanno scambiato neanche una parola con il pubblico. Tuttavia suonare oltre il previsto sarebbe stato anche deleterio per le ugole dei due cantanti, che non si sono mai risparmiati con i loro bassi possenti. Suggestivi nell’alternare, come su disco, momenti di lenta e dilatata riflessione psichedelica, che anticipa l’apocalisse di noises e lava matallica, i Neurosis hanno attinto quasi esclusivamente dal loro ultimo
lavoro in studio “Given to the rising“, tra le quali le più suggestive sono state sicuramente “To the wind” e “The end of the road”, con chitarre particolarmente taglienti e rocciose. Assistere ad un concerto dei Neurosis è un’esperienza unica, grazie alla loro modalità di esprimersi in modo catartico e alla loro capacità di penetrare dentro i meandri più nascosti e meno belli della nostra psiche. È qualcosa di accostabile tanto ad una seduta psicoanalitica, quanto ad un incontro diretto con l’aldilà, ammesso che esista! Peccato solo per la durata del concerto.
Autore: Vittorio Lannutti
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