Ben due date ci sono volute per esaurire le richieste elevatissime per il tour dei Radiohead che ha toccato l’Italia a Milano (come al solito) il 17 e 18 giugno.
Sì avete letto bene: una delle due date, quella aggiunta per esaudire le richieste, è andata proprio in contemporanea con la partita dell’Italia. Ma non sembra che la serata ne abbia risentito: il pubblico c’era, nonostante la pioggia insistente, e il pubblico dei Radiohead non è tipo da campionati europei.
Sorprende ancora infatti che un gruppo come i Radiohead, dalla musica così “difficile” possa essere di nicchia e contemporaneamente così seguito da essere una delle band più amate e famose del pianeta: questo probabilmente è ciò che li rende unici, come è unica la loro musica, che alterna pezzi davvero per palati fini ed esigenti a ballate melodiose (soprattutto la produzione vecchia) ancora e per sempre nel cuore di tutti i fan.
I Radiohead non li hanno delusi nemmeno stavolta: complice il miglior album degli ultimi tempi da loro rilasciato (i precedenti Amnesiac e Hail to the Thief erano davvero troppo “difficili” per un pubblico di massa), il concerto scorre che è una meraviglia, partendo una prima triade tutta di nuove track, 15 steps, Bodysnatchers e All I need, per poi alternare pezzi vecchi come la classica Lucky o Pyramid song a ballate nuove e meravigliose come Nude e Weird Fishes (splendida esecuzione). A questo punto Tom Yorke è solo per eseguire un pezzo dal suo album solista, ma poi la band torna per Myxomatosis, l’acusticissima (ed è una rarità negli ultimi Radiohead) Faust Arp, e poi Videotape, eseguita al piano. Il concerto, fin qui bello ma forse un po’ lento, esplode con Optimistic, da Kid A, e My Iron Lung, ripescata dal secondo album, per continuare poi con Reckoner, la bellissima e elettronica Everything in its Right Place, seguita da una di quelle ballate indimenticabili di cui si diceva: Exit music for a film, estratta dall’album tuttora più bello, quell’Ok Computer che decretò il successo del gruppo anni fa.. Si chiude la prima parte con la canzone più rock dell’ultimo album, Jigsaw Falling into Place, poi arriviamo ai bis. Il primo è nutritissimo: Karma Police, There There, Climbing up the Walls e Street Spirit (Fade Out) rendono giustizia ai pezzi vecchi, mentre il secondo bis si chiude con You and Whose Army? e una indimenticabile tiratissima Idioteque, uno dei loro pezzi più belli e più “Radiohead”.
Il segreto del successo di questo gruppo che non ama Mtv, televisione, pubblicità, case discografiche e lo star system? Forse è tutto nel tipo di musica che questo concerto ha offerto: un’alternanza unica più che rara di elettronica pura alla Brian Eno con ballate acustiche e melodie semplicissime di chitarra e pianoforte.
Se qualcuno ne dubitava ancora, i Radiohead hanno dimostrato a Milano di essere unici nel loro genere. Diffidare dalle imitazioni.
Autore: Francesco Postiglione
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