Sul merchandise dei milanesi Sottopressione ricorre la scritta “old school hardcore”, sicuramente vero e sicuramente più efficace della versione in italiano anche se tutto il loro repertorio è totalmente in lingua madre. Per chi non li conoscesse i Sottopressione sono in giro dal lontano 1993 e tra qualche fisiologico cambio di formazione e una reunion nel 2007 hanno sfornato dischi di verace e feroce hardcore stradaiolo secondo la più incontaminata tradizione italica: musica pesa, veloce e tecnica con testi urlati ma mai banali, anzi ricchi di forbite allitterazioni. Adesso hanno messo insieme la loro discografia in una raccolta “1993-2000 A pieno carico” che portano in giro con questo tour dal suggestivo nome di “Dio solo sa che fino ho fatto tour 2008”. Dicevamo dunque band non facile ma che ha avuto l’indubbio merito di posizionarsi, raccogliendone l’eredità morale, nello spazio lasciato vacante da Negazione, Indigesti e andando più indietro da Wretched, CCM e mi fermo qui. Anche perché l’hardcore italiano, presente e passato (e speriamo anche futuro) meriterebbe una trattazione a parte non meramente nostalgica. Quindi torniamo a noi ed entriamo nel piccolo Traffic Live Club di Roma, ci becchiamo una birra e due chiacchiere al volo con il mio amico Fede, chitarra e mente dei Sottopressione, ma ci perdiamo i due gruppi della serata: Anti You e All true, peccato sarà per la prossima. Scendiamo la stretta scalinata che porta nella sala concerti e i S. sono già sul palco e subito una sensazione di deja-vu che mi provoca la vista del cantante Enrico: maglietta sbrindellata dei CCM e sguardo allucinato, sembra davvero di essere negli early days della scena. Si parte veloce con due mazzate: “Micro macro paesaggio” e “Distruggersi per poi risorgere”, la rovina sotto il palco me la aspettavo più intensa ma va bene anche così, cantano tutti cercando di fondersi con la voce e il microfono. “Come me” è un tour de force, Enrico alla voce ci mette l’anima e si sente, si percepisce la forza di questa band che non suona semplicemente hardcore, ma E’ hardcore. La differenza non è questione filosofica, i Sottopressione vi scoprono i nervi e vi riversano un urgenza urticante di tensione. Mi godo “Mastice” che ha fatto da colonna sonora al mio anno di servizio civile ormai più di dieci anni fa e poi…cazzo che sfiga: la testata del basso ci saluta in anticipo e visto che i due gruppi di apertura si sono già dati, il pur bravo Diste deve rinunciare a suonare. Risolve la faccenda il buon Fede : ”ragazzi un po’ lo facciamo noi, il resto lo fate voi” e da qui in avanti il concerto si incattivisce ulteriormente, il mid-tempo di “Dinamiche di cancellamento” per soli chitarra e batteria diventa un’assalto all’arma bianca. Si vede che la band è scazzata, ma esperienza e professionalità non mancano e i Sottopressione ci danno dentro senza risparmio, il pubblico apprezza e la serata non avrà più intoppi. Si fila veloci verso la fine dello show, “Ormai non più niente da darvi” è amara e brutale ma su “Lo spirito continua” il cuore batte forte. Una grande grande band, senza dubbio.
Autore: Andrea RAJO Raiola
www.myspace.com/sottopressione