Non potevo pensare che un concerto dei Verdena potesse essere un esperienza tanto viscerale quanto scioccante, emozioni allo stato puro che nascono da un live praticamente perfetto.
La location è il parcheggio dello stadio Euganeo di Padova, dove da qualche anno si svolge la festa di Radio Sherwood.
Ad aprire concerto e festival sono i veneziani Love In Elevetor, trio dalle contaminazioni punk-rock anni ’90, forti ed aggressivi, perfetti per scaldare la folla.
Intorno all 22.30 è il turno dei Verdena, a questo punto inizia lo show.
Il trio bergamasco comincia subito, senza indugi, a sprigionare decibel carichi di distorsioni e melodia, pezzi come: Il gulliver, Muori delay, Non prendere l’acme Eugenio, Luna, Isacco nucleare, Centrifuga, Valvonauta, Il suicidio di un samurai sono perfette. Alberto non sbaglia nulla, dalle sue 6 corde escono note perfette e potentissime, distorte quanto basta per scatenare una tempesta elettrica.
Luca è una macchina che picchia sulle pelli con forza e precisone dando vita a ritmiche eccezionali, che unite al groove distorto di Roberta lasciano il pubblico senza fiato.
Nella scaletta, oltre ai pezzi propri, i Verdena hanno proposto 2 cover: una dei Melvins, e una stupenda Julia dei Beatles, suonata in acustico da Alberto.
Noise, melodia, passione , psichedelia, questo è andato in scena a Padova, i Verdena si dimostrano una delle migliori nel panorama italiano, e per il pubblico, migliaia di persone che hanno riempito il festival.
L’unica pecca è stata causata da qualche problema tacnico alle casse spia di Alberto che non riusciva a sentire la sua chitarra, portandolo a mollare lo strumento nel bel mezzo di Isacco nucleare per chiedere spiegazioni af fonico del palco (!?!?).
Autore: Davide Cairo
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