Quando sei sulla cresta dell’onda da quarant’anni, durante i quali hai sbagliato pochissimo e nonostante gli stravizi sei ancora in grado di fare tournée mondiali, avendo superato abbondantemente i sessant’anni, non puoi che accontentare il tuo pubblico con due ore intrise quasi soltanto di successi. Ed è quello che hanno fatto le vecchie pietre rotolanti non ancora stanche di girare, che pur di accontentare il pubblico italiano, dopo aver pronosticato la vittoria dell’Italia alla finale mondiale, hanno ospitato, alla fine del concerto, sul palco Del Piero e Materazzi. Cosa si è disposti a fare pur di vendere qualche disco in più! D’altronde Mick Jagger è ormai, oltre al massimo emblema dell’animale da palcoscenico, un perfetto uomo immagine, che deve accontentare tutti, altrimenti come si potrebbero riempire gli stadi? Ma passiamo alla musica e che dire di un concerto iniziato con “Jumping Jack Flash”, proseguito con “It’s only rock’n’roll”, “Honky tonk woman” ed il fantastico blues di “Midnight rambler”?. Sarà stata la sosta forzata per l’incidente accaduto a Richards, ma i vecchi leoni del rock erano particolarmente in forma. Jagger, con il suo fisico esile, ma resistente ha ballato e corso da una parte all’altra del palco, mentre il buon vecchio e saggio Charlie Watts ha scandito il tempo con la sua proverbiale sicurezza e quelle volpi di Richards e Wood hanno schitarrato riff rock e blues all’infinito. Come sempre sono stati perfettamente supportati dai session man, a partire dal sax di Bobby Keys. Uno dei momenti topici delle due ore di concerto è stato quando Richards ha imbracciato la Gibson Les Paul per “Midnight rambler” ed è stato come se lo spirito di Muddy Waters fosse sceso sullo stadio. Jagger non pago si è sperimentato anche nella versione italiana di “As tears go by” e sulle note di “Under my thumb” il pezzo centrale del palco si è sganciato per arrivare di fronte alla tribuna. Gli altri pezzi forti sono stati “Sympaty for Devil” con Jagger vestito da diavolo e l’immortale “Satisfaction”, mentre con “Start me up” tutto lo stadio si è liberato come in un rito collettivo, terminato con i consueti fuochi d’artificio. Un concerto impeccabile, come sono in grado di fare soltanto questi quattro vecchi ed inguaribili leoni.
Autore: Vittorio Lannutti
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