Serata surreale al condominio musicale del Duel:Beat di Agnano, c’è di scena Taylor Savvy! Taylor chi? Si sarà chiesto più d’uno dei convenuti. In effetti le informazioni sul poliedrico artista canadese David Szigeti, in arte Taylor Savvy, sono frammentarie e contraddittorie, già a partire dalla nazionalità per non parlare del genere musicale suonato. Per coloro che avevano associato il suo nome a quelli di Peaches e Gonzales la serata non poteva che prendere una piega dance dai risvolti elettrici; per gli altri che avevano ascoltato il suo album d’esordio Ladies and Gentlemen uscito nel 2002 per l’etichetta berlinese Kitty-yo Rec. l’attesa era di assistere all’esibizione imprevedibile di un artista non allineato ed ironico, dal cui cappello sgualcito poteva uscire un set festaiolo e folle quanto basta. Electro-tech cabaret in salsa fashion show.
Ma pochi si aspettavano, onestamente, un’esibizione rockabilly.
Così quando Taylor Savvy sale sul palco, imbraccia la chitarra e inizia a stendere una voce alla Elvis simulando ancheggi pelvici e molleggi, sugli astanti attoniti cala l’incredulità.
Lo straniamento passa pian piano, sostituito dal piacere della sorpresa, perché stasera l’istrione Taylor Savvy ha estratto dal cappello il suo progetto SpanKings.
Gli SpanKings sono Taylor alla voce e alla chitarra e Chris alla voce, alla batteria e al drum machine, entrambi vocalist dunque, ed entrambi attivi sulla scena berlinese. Due personaggi tanto lontani nell’aspetto come distanti sono le sonorità che i due intendono unire, il rock anni 50 alla Elvis e l’elettronica ibridata ad una sorta di pop in salsa dance.
E’ un bel guardare: se Chris è biondo è borchiato negli occhiali pesanti e nell’aspetto maledettamente Est Berlino, Taylor è un molleggiato spilungone che comunica una carica di pazzia che manco negli anni ruggenti del rock’n’roll. Si vede che si divertono.
Pezzo dopo pezzo l’incredulità passa e pian piano il pubblico, all’inizio un po’ distratto, inizia a partecipare a questa serata certamente inattesa.
La voce pastosa da crooner di Savvy si alterna a quella più bassa di Chris, sciorinano pezzi che avrebbero fatto furore in un club più sporco e cattivo, la batteria batte ritmica ed incalzante, unita ai campionamenti della drum machine; è entertainment che meriterebbe scuotimenti ritmici di testa e passi di danza.
La vena electro ogni tanto esce allo scoperto lasciando il presagio che questa musica possa trovare una collazione importante anche nei dancefloor più ricettivi, e la sensazione che la scommessa di unire il rockabilly e l’elettronica più dance sia, in parte, riuscita.
Dietro di loro intanto scorre incurante e psichedelico un documentario sull’universo, di quelli che compri in edicola: gli anelli di Saturno e i grandi telescopi del Centro America, i satelliti artificiali e i baffetti affilatissimi di Chris, i moti e l’attrazione dei pianeti e il vorticare teatrale del braccio di Taylor sulla chitarra. < < We are from Berlin. Ciao Napoli. Grazie!>> Urla Taylor quasi alla fine del concerto. Sembra il diplomatico menestrello di un paese sghembo e felice. E vedo il mio amico Elio che buffamente si avvicina e gli stringe la mano. Il concerto finisce e i due nostri salutano e vanno via. C’è soddisfazione nell’aria. Chissà in quale forma ritroveremo Savvy al prossimo giro, voci lo indicavano al lavoro su un album dal titolo lapalissiano ed emblematico I am Taylor Savvy, and you, Michael Bolton, altre fonti lo davano attivo anche su un progetto parallelo heavy metal: i Freedom e sulla composizione di musica per video game per bambini. Meraviglioso istrionismo.
Uscendo chiedo ad Elio come mai gli fosse venuta l’idea di stringere la mano a Savvy durante il concerto < <Ero vicino a lui sotto il palco; lui s’è presentato al pubblico urlando di essere di Berlino e ha salutato Berlino e Napoli. E’ stato allora che ci siamo dati la mano per suggellare il rinnovo del Patto d’acciaio Hitler-Mussolini>>. Guardo Chiara e scoppio a ridere. Fantastico Elio, deposito di nonsense ed umorismo. E così perfettamente a tema nell’aria fredda e surreale molleggiamo tutti e 3 dritti verso la macchina.
Autore: Andrea Iozzino