Souls of Naples (Questi fantasmi) di Eduardo De Filippo, nella traduzione originale di Michael Feingold.
Lo spettacolo – una produzione del Theatre for a New Audience di New York – è andato in scena in prima europea al Teatro Mercadante di Napoli dal 24 al 29 gennaio 2006, nell’ambito della prima edizione di Napoli Scena Internazionale|per un festival delle culture sceniche.
Quante anime si annidano in questa città, buone perdute irrequiete, anime che diventano specchio delle sensazioni che questo spettacolo mi lascia quando il sipario si chiude e la finzione svanisce: ho il sorriso sulle labbra mentre il pubblico trasforma l’applauso in un ritmo cadenzato, che trasporta gli attori in una danza goliardica, ritmo che aumenta per il mattatore John Turturro e per la sua spalla Max Casella – rispettivamente Pasquale Lojacono e il portiere Raffaele, vero ingranaggio di questa commedia – ma non si dimentica di nessuno ed è generoso con tutti. La messa in scena infatti è ben adattata, la gestualità americana bene si fonde con l’affettazione partenopea, e soprattutto il primo atto scorre via gioioso e veloce, riuscendo a mantenere alto il ritmo delle battute nonostante la difficoltà della traduzione (Michael Feingold): perché tradurre è sempre tradire, e qui soprattutto diventa ostico reggere lo stesso fulminante colpo d’ala che libra i sorrisi, trattenere l’immediatezza di una lingua sfacciata e spontanea come il napoletano: infatti quando la comicità è meno legata alla situazione e dovrebbe scaturire dalla presenza scenica dei personaggi, lo spettacolo cigola un po’, s’addorme, si confonde, senza però smarrirsi mai. Va inteso come omaggio quindi, riconoscimento all’opera di Eduardo a cui nulla aggiunge rimanendo aderente al testo, ma conferendole prestigio per l’internazionalità degli interpreti, il cui solo nome provoca curiosità, e mantenendola viva nonostante l’impronta Broadway a cui gli americani sembrano senza speranza ammanettati. Lo spettacolo trascende l’elitaria cerchia teatrale per farsi evento, occasione mondana: bisogna esserci, presenzialità innanzitutto, anche se con l’inglese non ci si capisce nulla per poi russare nel mio palchetto o riderne all’ora del tè, e così biglietti a ruba e agevolazioni sospese: speriamo almeno porti un po’ di curiosità per tutto ciò che c’è stato prima e che verrà poi. Sono stato anch’io ammaliato da quest’aria di internazionale, incuriosito dalla possibilità di veder recitare un attore di cinema senza il filtro della pellicola, non rimanendone affatto deluso: solo preoccupato che calato l’ultimo sipario Souls of Naples si porti via anche i riflettori, e tutto ripiombi nel buio dell’ignoranza.
Autore: Pierpaolo Livoni