Vedo i ragazzi compressi in fila fuori l’Arenile di Bagnoli già alle ore 18:30, quando giungo sul posto e so che mancano non meno di 4 ore e mezza all’inizio del concerto. Realizzo così, in un momento, quanto i Subsonica siano divenuti importanti e desiderati per la musica rock italiana. Ce l’hanno fatta: nove anni di lavoro duro e passione incrollabile, ma ce l’hanno fatta.
Metto a fuoco, e li ricordo dal vivo su un palco nel 1998 proprio qui vicino a Bagnoli, alla seconda edizione del Neapolis Festival: erano agli esordi e furono relegati sul palco secondario in pieno pomeriggio; sul palco principale suonò gente che credo oggi, almeno in Italia, dovrebbe cedergli il passo poichè i Subsonica vendono tanto, non ancora quanto un Vasco Rossi, ma tanto… ricordo allora Modena City Ramblers, Gamma Ray, Primus, Deep Purple. I Subs erano giovanissimi e suonarono allora un concerto ruvido, aggressivo, strabiliante: e noi di sotto che ballavamo, saltavamo sollevando nuvole di polvere. Erano l’anatroccolo, ora sono il cigno.
Quando si aprono i cancelli stasera, alle 20:30, si riversa all’interno una marea di gente davvero sorprendente per varietà… c’è di tutto: dal punk vero al punk di cartone al discotecaro, dalle ragazzine di 13 anni innamorate di Samuel ai trentacinquenni che cercano il “rave”. C’è gente venuta dalla Puglia, saluto un amico della peggio periferia ma qui c’è pure gente dei quartieri alti. Età media in ogni caso bassissima: diciamo 19 anni; penso che per un gruppo in giro da 8 anni è segno di buona salute il ricambio di pubblico.
Ogni tanto si sentono urla in coro di ragazze, ma non vado a vedere di cosa si tratta perchè lo intuisco: c’è un esercito di fan appostate ai lati del palco che spia nel backstage da dietro le transenne le mosse di Boosta, Ninja, Samuel, Max e Vicio, e quando uno dei cinque si fa intravedere vanno tutte in visibilio; finalmente alle 23 – credo con il tutto esaurito nel locale – si sente un urlo più forte, un urlo totale che mi coglie impreparato (si, confesso: ero in fila al gabinetto… ma proprio ora doveva cominciare il concerto?!?).
Vedere il palco illuminato con i cinque già di sopra che anno preso posto è sorprendente, poichè l’allestimento scenografico è di prima scelta tra luci, impianto audio, maxi video ed un tavolo mixer che sembra la strumentazione di un’astronave.
Le canzoni di ‘Terrestre’ vengono eseguite tutte nella prima metà dello show, ed il pubblico reagisce alla grande poichè il disco è uscito a fine Aprile ed ormai le canzoni sono arcinote a tutti da un pezzo, come lo stesso Samuel mi ha spiegato durante l’intervista concessa nel pomeriggio. E’vero, ‘Giorni a Perdere’ e ‘Gasoline’ sono veloci e perfette per agitarsi, ma non mi trovo con quanto ha detto Samuel, ‘Terrestre’ non mi sembra un disco ‘più fisico’ rispetto ai suoi predecessori, è il contrario, piuttosto: l’equilibrio e la sofisticatezza sono le doti dei nuovi Subsonica, un “istinto digitalizzato”, per coniare un’espressione che forse a loro piacerebbe data l’attrazione per i contrasti che li caratterizza da sempre.
La qualità audio, come dicevo, è strepitosa ed il suono limpido e digitale, troppo per i miei gusti rockettari; per spiegarmi: sembra di sentire un loro disco ad un volume mostruosamente alto… in questo, ma solo in questo, rimpiango quel concerto del 1998 stracarico di approssimazione; qui di approssimazione non può esserci traccia, da nessun punto di vista. Loro cinque, sul palco, sono strepitosi, dei grandi professionisti carichi di entusiasmo che non sbagliano una virgola e stanno attenti al ritmo dello spettacolo evitando pause lunghe tra un pezzo e l’altro; Boosta – lo dicono tutti ed è vero – con la tastiera è un tutt’uno: uno show nello show, e Samuel salta e balla quasi come – che so io – Jamiroquai…
Rimango dell’idea che ‘Microchip Emozionale’ sia stato il loro capolavoro, il loro manifesto, e così apprezzo di più pezzi quali ‘Discoteca Labirinto’, ‘Aurora Sogna’ e ‘Colpo di Pistola’, e me ne vado via contento all’una e mezza molto meno sudato di chi ha combattuto sotto il palco per due ore esatte… e mentre esco mi chiedo quale può essere il prossimo traguardo per una band come i Subs: il riconoscimento internazionale, come ha detto Samuel? Certo, ma perchè qui in Italia i Subsonica non vengono valorizzati dai media come meritano? Quando finirà questo oscurantista timore dell’underground, in Italia? Perchè, per inciso, i Subsonica per me restano underground a tutti gli effetti, sia chiaro.
Autore: Fausto Turi
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