La location dove si svolge, ormai da otto anni, “Six Days Sonic Madness”, è di una bellezza da togliere il fiato. Il piccolo festival prende vita sul terrazzo di un antico castello, con una vista sulla vallata assolutamente suggestiva. L’atmosfera è rilassata e festosa, e il compito di “scaldare” il pubblico, per i gruppi che si esibiscono per primi, non è poi così difficile.
I toscani Los Dragos ci assalgono con un garage-punk selvaggio quanto confuso, molto probabilmente più idoneo ad un piccolo club che ad una situazione del genere. L’impatto sonoro si disperde nel vento e non si registrano momenti indimenticabili. I Settlefish risultano gradevoli come al solito, sebbene l’acustica non consenta di godere al massimo delle numerose sfumature di cui è ricco il loro sound. La solita passione, il solito approccio emo-tivo, bravissimi. L’attrazione principale della serata sono i Perturbazione, che tornano in Campania a due anni dalla partecipazione al Neapolis Festival. Era da poco uscito “In circolo”, allora, e furono pochi, purtroppo, ad assistere al loro indimenticabile concerto pomeridiano. Quest’anno i ragazzi sono passati alla Mescal (per la quale è uscito il nuovo disco, “Canzoni allo specchio”), e grazie anche all’attenzione di radio e tv musicali (finalmente…), oltre che al passaparola e alle decine di concerti in tutta la penisola, si può dire che abbiano superato il loro precedente status di “band di culto per pochi iniziati”. Ad accoglierli in questa ultima giornata del festival c’è un pubblico numeroso e appassionato, pronto a lasciarsi coinvolgere da una band in stato di grazia
Tommaso – the singer – introduce ogni singola canzone con discorsi spesso lunghi, l’empatia col pubblico è perfetta (tranne che con un deficiente che si ostina a gridare “Sei pessimo!” fino a quando Elena, la violoncellista, lo provoca invitandolo a ripetere pubblicamente la frase nel microfono. Il poveretto, ovviamente, preferisce allontanarsi ed eclissarsi), gli sguardi sorridenti e gli applausi convinti.
La scaletta del concerto è incentrata sugli ultimi due album: dalla spensieratezza di una perla pop come “Se mi scrivi” alla sinistra e delicata “Per te che non ho conosciuto”, dalla struggente melodia di “Agosto”, cantata da tutto il pubblico con la band che lentamente si eclissa per dar spazio alla sola voce di Tommaso, che diventa tutt’uno con quella dei ragazzi sotto al palco, alla bellissima “Animalia” e alle inaspettate cover di “Occhi Bassi” (dei Tre Allegri Ragazzi Morti) e “Te lo leggo negli occhi” (di Sergio Endrigo). Una delle band più emozionanti che vi possa capitare di vedere dal vivo, senza dubbio.
Autore: Daniele Lama – daniele@freakout-online.com
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