Prendete un palco piccolo già di suo. A voler esser generosi 7 metri per 3 (no, non esagero) che procurerebbero claustrofobia e crampi anche al solista più ingessato. E metteteci su un gruppo che, quando è al completo, fa bella mostra di sé in tutti i suoi 11 elementi. Un rapido calcolo: meno di 2 metri quadri a testa, in cui brandire 4 chitarre elettriche come farebbero con i loro fucili degli agguerriti cowboy, un basso, una batteria, trombe e quant’altro.
Eppure così stipati i BSS hanno dato il meglio di loro, dopo essere stati introdotti dai parenti strettissimi Apostle Of Hustle, 2/3 dei quali militano nei BSS medesimi e che assieme a questi vengono messi alla luce dalla stessa Arts & Crafts, etichetta di loro proprietà. Il ghiaccio perciò viene rotto dal gruppo spalla (o, per meglio dire, dal “gruppo-costola”) con brani intimisti in stile Freewheelers o Ainsley Dunbar Retailation, a cavallo tra il rock-blues e cori dalle venature country-rock.
E viene fatto del tutto evaporare dai BSS, dapprima mettendo mano a un po’ di quegli accenni elettronici che avevamo ascoltato in “You Forgot It In People”: ‘Lover’s Spit’, ‘I’m Still Your Fag’, ‘Looks Just Like The Sun’; poi lasciando che le chitarre effettate sgranino lenti accordi cristallini su tappeti ritmici incalzanti, richiamando a volta i primi Placebo con un po’ di genuinità in più (‘Almost Crimes’) oppure gettandosi in una gara di gloriosi accordi maggiori (‘KC Accidental’) per lasciarsi infine andare in belle parti di cantato, ammalianti riff di basso (‘Stars and Sons’), squilli di tromba che ricordano gli ultimi capitoli dei Motorpsycho (‘Capture the Flag’) e brani che potrebbero fungere da portentosi equilibratori vitaminici o da antistress (‘Pacific Theme’).
Infinitamente piacevoli, energici e bravi nel sapere produrre un lavoro corale (in senso lato) né scontato né facile. Da tenere d’occhio.
Autore: Luca Irwin Fragale