Raccontare questo concerto e’ un po’ come scrivere il diario di un viaggio…Joey Burns e John Convertino, rispettivamente cantante-chitarrista e batterista, nonche’ anima dei Calexico, accompagnati dalla loro band, ci hanno letteralmente catturati e condotti in Arizona, la loro terra, una terra di confine dove il tempo sembra essersi fermato…una terra di antiche leggende, di cowboy, di tramonti rosso fuoco, di siestas e feste messicane…, una terra arida, povera di vegetazione ma ricca di storie, immagini, emozioni. Abbiamo vagato per il deserto accompagnati dalle tristi note di una fisarmonica in “Gipsy Course”, cavalcato impavidi verso l’orizzonte in “The Ride(pt2)”, siamo stati attraversati dal lento fluire di “Bloodflow”, in “Minas de Cobre”per un attimo ci siamo ritrovati in uno spaghetti-western alla Sergio Leone, abbiamo attraversto la notte in “The White Light”, siamo stati rapiti dalle trombe di “Stray”, abbiamo ballato in una festa messicana in “Tres Avisos”; il tutto passando attraverso il folk di “Mazzurra” e il country di “Sancez”…e’ stato come essere “Lost in Space”…persi nel tempo…e’ la sensazione che si ha quando si e’ alla “Frontera”…terra tra due paesi, in questo caso tra due mondi paralleli nei quali si possono ritrovare paesaggi metafisici e allo stesso tempo sentire come qualcosa di fisico, presente, reale il caldo intenso, il vento, la polvere del deserto attaccata ai propri vestiti. Questo e’ quello che i Calexico sono riusciti a trasmetterci durante questo concerto, quello che ci ha raccontato la loro musica, le loro canzoni, nate dall’incontro tra la compattezza del desert rock ereditata dai Giant Sand (compattezza che ritroviamo nel tocco di Convertino alla batteria), le atmosfere del cinema western, l’armonia e l’equilibrio della tradizione classica, la genuinita’ del folk e del country, la raffinatezza del jazz. Sul palco i Calexico non si sono affatto risparmiati…hanno mostrato una grande versatilita’ che gli ha permesso di modificare, arricchire i loro pezzi rispetto alle versioni originali. Dopo tanta bella musica e tanto viaggiare si ritorna a casa, stanchi…come dopo una lunga cavalcata nel deserto…chissa’…forse e’ ora di partire per davvero.
Autore: Giovanna De Luca