Un lunedì sera come tanti a Torino, HiroshimaMonAmour è pieno di luci e fermento: è in concerto un nuovo gruppo londinese, gli Oi Va Voi, il cui nuovo CD “Laughter Through Tears” ha suscitato molto interesse nella critica di tutta Europa. Nonostante il fatto che il lunedì sia una serata non convenzionale per uscire, la sala è gremita…forse anche perchè, ultimamente Torino non propone molto dal punto di vista “live” e la gente che ama e segue la musica ha bisogno di vedere dal vivo band nuove, fresche e brillanti come si rivelano essere appunto gli Oi Va Voi.
Da una prima occhiata al palco non si vedono strumentazioni elettroniche di nessun tipo, solo strumentazione rock tradizionale. I ragazzi sono in cinque, più una violinista e una cantante molto brava, che entra ed esce dal palco sorridendo e ballando al ritmo di musica, a seconda dei brani suonati dai compagni e della quale colpisce una voce calda e un po’ soul. Fin dall’inizio il concerto si rivela molto meno elettronico dell’album. Propongono un cocktail sonoro, miscelato sapientemente e con gusto, che spazia da atmosfere yiddish e kletzmer, al reggae, dub e all’elettronica; tutto ciò rende il suono molto attuale e moderno, differenziandosi dall’etno-folk fine a se stesso.
Il concerto è un’alternanza momenti di danza quasi etnica e momenti più riflessivi ed introspettivi che rende la loro esibizione molto coinvolgente ed assolutamente non noiosa.
Ogni componente della band è molto bravo. Emerge in particolare la violinista, vera trascinatrice del gruppo, soprattutto nei tre o quattro pezzi strumentali, che vengono suonati in alternanza ai brani più pop del gruppo. Si fanno notare anche il carismatico trombettista che prima di “Hora”, da lui cantato, colloquia amabilmente con il pubblico; l’altro cantante, il clarinettista, che aggiunge un sapore indiano a tutta l’atmosfera; il batterista preciso come un metronomo e il
chitarrista che nelle note flamenche di “A Csitari Hegyek Alatt” da il meglio di sè.
Freschezza e sicurezza di un gruppo veterano sono le parole con cui si sintetizza bene la band. Infatti, pur essendo al loro primo vero album, sono molto a loro agio e sciolti sul palco, grintosi e brillanti soprattutto nei bis in cui riescono a coinvolgere un pubblico che, un po’ scettico all’inizio, ora balla e canta entusiasta e divertito il coro del singolo Refugee, che fin dalle prime note, fa muovere e ballare anche chi non vorrebbe! I sette giovani musicisti, ormai sciolta un po’ di tensione iniziale, sorridono contenti e soddisfatti, ringraziando il pubblico più volte per l’accoglienza fattagli in Italia, paese in cui hanno suonato per la prima volta, e nella serata torinese, ultima del tour.
Dopo un’ora e venti il concerto finisce tra gli applausi e l’entusiasmo del pubblico che, dopo, assale letteralmente il banchetto dei CD e tutti i membri del gruppo, molto divertiti e disponibili a scambiare qualche parola con i loro fans.
Autore: MBruk & Ccrik