Ancora tutto esaurito al Blue Note di Milano per il progetto “etno jazz”del mitico drummer della Mahavishnu Orchestra Billy Cobham.
Accompagnato da Karl Orr alla chitarra, Junior Gill alle percussioni, l’australiano Joe Chindamo al piano e dal bassista Stefan Rademacher (il Cobham’s Culture Mix), Billy, riesce a mettere su una formazione, che in un primo momento poteva sembrare l’ennesimo assemblaggio jazzistico futurista, ma che in realtà rivela quando di più originale la scena jazz possa sfornare oggi, rimarcando decisivamente l’orientamento verso una forma di world-music dai connotati chiari e materialmente stabili (il Culture Mix è un progetto che si trascina avanti dal 2001).
Una divertente cavalcata sonora verso i paradisi (non fiscali per fortuna!) del carribean sound, conturbati da misticismi afro e da pennellate reggae jazz (era la prima volta che sentivo un groove del genere!).Una miscela anatomica e allo stesso tempo fluida di condensati tribali, e di rockeggiature oniriche (un plauso perenne per il guitar hero Orr, che con i suoi assolo rampanti mette a repentaglio i buoni umori della ben capitata gente dei primi posti).
Un progetto importante, incanalato sotto il ritmo costante e forte del geniale Billy (il più grande batterista vivente!) un virtuoso al passo con i tempi, ma “malinconicamente” protratto verso i suoni che furono del jazz rock, dell’Orchestra Mahavishnu.
Sono molti i momenti di chiara immersione verso il passato, verso quella cultura che segnò indissolubilmente la storia del jazz mondiale e della fusion (erano gli anni dell’“elettrico” Miles Davis, con cui Billy collaborò agli albori del 1970)
Tanti i giochi ritmici di Billy, (c’è un momento che riesce a suonare con quattro supporti!) felicemente accompagnato dal poliedrico percussionista Junior Gill (che fatica per lui, avere vicino quella moltitudine d’attrezzi sonori e doverli adoperare contemporaneamente!).
Una passeggiata costruttiva con un artista che agli albori dei sixteen, concede in forma smagliante momenti di pura musicalità, d’energie buone coadiuvate da uno spirito sempre pronto alla battuta e coscienzioso di trovarsi in un momento storico musicale, dove la scelta non sempre eccede nella qualità, ma che sempre difetta d’umiltà.
Autore: Luigi La Delfa