Torna in Italia per due date, la prima a Roma il 19 giugno a Villa Ada e due giorni dopo all’Estragon di Bologna, Muchachito Bombo Infierno.
Una super band di 11 elementi che può essere considerata come una sorta d’incrocio tra Goran Bregovic e i Red Hot Chili Peppers. Un travolgente e colorato mix di rock, tradizione popolare, ska, flamenco, funk e retro swing.
Originario di Santa Coloma, nella periferia rossa di Barcellona, Muchachito al secolo Jairo Perera è l’eccentrico leader del gruppo.
Il Bombo è la grancassa che suona, mentre l’Infierno è quello che si scatena quando imbraccia la sua chitarra e inizia a suonare. La strada è la sua fonte di ispirazione, il suo piccolo cabaret ambulante, che alimenta la sua scatenata “rhumba rock“ e cattura gli spettatori in un vortice incontenibile.
Nel solco dei vari Manu Chao, Macaco, Ojos de Brujo e Tonino Carotone.
Tre album all’attivo, rigorosamente autoprodotti: “Vamos que nos vamos” (2005), “Visto lo visto” (2007) e il più recente “Idas y vueltas” (2010). Un’incontenibile patchanka quella di Muchachito Bombo Infierno che arriva in Italia dopo due sold out consecutivi a New York e un crescente successo in tutta Europa, col patrocinio del Cervantes e dell’ambasciata di Spagna.
Il suo show fonde stili e umori differenti , musica impazzita che racconta storie d’amore e di ubriachi, piena d’ironia, impreziosita dai dipinti in diretta. Durante il concerto, infatti, dalla durata e scaletta imprevedibile, l’artista, pittore e decoratore Santos de Veracruz dipinge quadri in scena. Ad accompagnarlo on stage ecco Josue Garcia e Alberto Perez alle trombe, David Carrasco e Martin Garcia ai sassofoni, Oscar Bas al trombone, David Bourguignon alla chitarra elettrica, Carlos Fontova al pianoforte, Gerard Mases al contrabbasso e Manel Cabello percussioni.
Autore: red.
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