Tour “solista” d’autunno per il chitarrista americano Steve Wynn, cui dal 1 novembre si unirà il bassista Eric Van Loop.
Queste le date già fissate:
30 ottobre – Lugagnano doi Sona (Vr), Club Il Giardino
31 ottobre – partecipa all’incontro 5 Dischi per l’Isola Deserta a Fino del Monte (Bg), in cui parlerà delle sue esperienze e dei suoi 5 dischi preferiti (ore 21 – ingresso libero)
1 novembre – Asti, Diavolo Rosso
2 novembre – Vasto (Ch), Teatro Rossetti
3 novembre – Napoli, Mamamu Bar
4 novembre Roma, Big Mama
5 novembre – Bergamo, Cineteatro del Borgo c/o Oratorio di Via Celestini, 4 (in apertura Acoustic Rusties).
In oltre 25 anni, Steve Wynn ha pubblicato almeno altrettanti dischi, con più di 300 cover registrate delle sue canzoni. Ha suonato in oltre 2000 concerti in più di 25 paesi. Le sue canzoni sono state incise o suonate dal vivo da REM, Luna, Concrete Blonde, Black Crowes, Yo La Tengo e Eleventh Dream Day, solo per fare qualche nome; la sua “That’s Why I Wear Black” è stata prima nella classifica dei singoli nel 1993 in Norvegia dove apriva l’album di debutto dei Somebody’s Darling.
Con una carriera discografica prolifica, Wynn trova il tempo per esibirsi in un centinaio di concerti all’anno in giro per il mondo, trovandosi benvenuto a Roma, Oslo, Atene, Bruxelles, Londra e Madrid così come a Los Angeles, New York City, San Francisco, Chicago e Boston. E per i fans più devoti raccolti in queste e molte altre città, l’estesa discografia riflette il riconoscimento raggiunto quale uno dei più avventurosi, capaci ed eccitanti cantautori degli ultimi decenni.
Molti lo conoscono per l’innovativo lavoro coi Dream Syndicate, una band che, insieme a REM e Replacements, ha praticamente inventato la scena indie rock americana degli anni Ottanta. Ma ci sono anche gli album solisti dei Novanta, accolti favorevolmente dalla critica e trasmessi dalle stazioni radio di Modern Rock per tutto il Paese. O il progetto parallelo Gutterball, che dopo solo cinque concerti firma per la Mute/Elektra e si imbarca in un tour nazionale coi Black Crowes. Senza dimenticare la recente “Desert Trilogy” e i quasi leggendari show con la sua band attuale, The Miracle 3.
“Quello che abbiamo preso dal punk ha più a che fare con una certa attitudine, energia rumorosa, emotività e rischiosità sonora… qualità presenti naturalmente nel miglior rock and roll di qualsiasi scena, era o sottogenere” .
Autore: red.
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