Lo scorso anno la reunion dei Faith No More è stato, forse, l’evento musicale dell’estate.
Adesso Mike Patton, eclettico singer della band californiana (già leader di Fantomas, Mr.Bungle, Peeping Tom e collaboratore di John Zorn), ritorna in Italia per due date a luglio, il 25 a Milano in occasione del Jazzin Festival e il 26 alla Fortezza dal Basso di Firenze. L’occasione è la presentazione della sua ultima creatura, “Mondo Cane”. Un progetto dalla lunga gestazione, che nasce nel maggio 2007 quando Patton si lancia in un avventura, tanto ardua quanto bizzarra: un omaggio al repertorio musicale italiano degli anni ’50 e ’60. Morricone, Tenco, Buscagliene, Rota, Celentano e persino il Vianello di “Pinne, fucile ed occhiali”, interpretati dalla sua magica ugola per tre concerti tra Emilia Romagna e Olanda, accompagnato dalla tromba di Roy Paci, dalla chitarra di Alessandro ‘Asso’ Stefana – fido collaboratore di quell’altro geniaccio di Vinicio Capossela – e dall’Orchestra Arturo Toscanini, diretta da Aldo Sigillo. Tratto da quei concerti, il 4 maggio di quest’anno è finalmente uscito per la Ipecac Recordings il cd con 11 tracce (il dvd completo ne comprende ben 22), debuttando nella top 100 di Billboard, al numero 7 della classifica di Heatseekers. Dai classici di Gino Paoli “Senza fine” e “Il cielo in una stanza” – scritti rispettivamente per Ornella Vanoni e Mina – allo swing di Fred Buscaglione in “Che notte”, da “L’uomo che non sapeva amare” di Fidenco/Palavicini/Mogol a “Ti offro da bere” di Gianni Morandi, fino al furioso beat di “Urlo Negro” dei Blackmen e alla stravagante versione di “Deep Down” di Morricone, col chitarrista Riccardo Onori (Jovanotti/Bollani) e il polistrumentista Vincenzo Vasi (Capossela). E ancora, “20 chilometri al giorno” composta da Massara/Mogol per la partecipazione a Sanremo di Nicola Arigliano nel 1964, la struggente “Quello che Conta” di Luciano Salce (su musiche di Morricone) e una gemma del 1951 del duo Bonagura-Cioffi cantata da Roberto Murolo, “Scalinatella”. Brani raffinati, divertenti e orecchiabili, interpretati in maniera rigorosa e assai sentita da un Mike Patton sempre più artista sorprendente, che non stravolge le versione originali, ma le impreziosisce con la sua voce calda e ispirata. Che con la sua grandezza, esalta e rende il giusto tributo sia agli autori, che ai crooner nostrani. “Mondo Cane”, lavoro elevato e nazionalpopolare al tempo stesso, omaggia l’Italia anche nel titolo. Prende spunto, infatti, dal documentario di Gualtiero Jacopetti, Paolo Cavara e Franco Prosperi, presentato tra polemiche nel 1962 al Festival di Cannes e vincitore lo stesso anno di un David di Donatello. Che il nostro eroe amasse lo stivale era ormai cosa risaputa: sposato con un’italiana, per anni ha vissuto a Bologna, adora Radio Italia Anni 60 e ha trasformato la sua “Evidence” in “Evidenza”. Ma stavolta, ha veramente esagerato!
Autore: Umberto Di Micco
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