Dopo la polemica sull’andare via dall’ Italia e dopo un gran bell’album come Amen, i Baustelle tornano con il nuovo album “I mistici dell’Occidente” che uscirà venerdì, prodotto da Pat McCarthy (già in studio con i REM), ed anticipato dal singolo “Gli spietati”.
Arrivato al sesto album, il gruppo di Montepulciano è ormai una delle realtà
del rock d’autore italiano, e Bianconi, leader del gruppo, uno dei più
apprezzati autori italiani, anche grazie al successo di Bruci la città, la
canzone scritta per Irene Grandi, bissata dalla sanremese “Cometa di Halley”,
sempre cantata dalla Grandi. Un Sanremo che, confessa il cantante dei Baustelle
al Corriere: “non mi piace né come spettacolo televisivo né come vetrina che
rappresenta soltanto un pezzetto della musica italiana e credo che come band
possiamo farne a meno”. Giusto per farsi capire.
In un’intervista che uiscirà giovedì per Gioia, il cantante dei Baustelle
sottolinea quale sia la direzione verso cui sta andando l’Italia. Sono
incazzati i Baustelle “per la mancanza di democrazia. Se cresci martellato per
vent’anni dagli stessi modelli come fai a sviluppare un pensiero alternativo?”
e ci va giù duro quando parla della tv italiana: “Chieda a un adolescente cosa
conta nella vita. Novanta su cento risponde: i soldi e la figa” e la colpa è
“della tv e di Amici. Di tutti gli altri poteri immensi e a senso unico. Roba
che la massa si beve senza alzare la testa”. È la rivoluzione la soluzione di
Bianconi: “Facendo la rivoluzione in modo trasversale, contro una società
governata dalle chiappe sui cartelloni”.
Ancora una volta il titolo rimanda alla religione, o comunque alla
spiritualità, ma come spiega Bianconi al Corriere il titolo lo si deve agli
scritti del filosofo Elémire Zolla: “Non lo conoscevo. Appena l’ho visto ho
pensato che sarebbe stato ottimo per un disco – dice il cantante – Magari di
Battiato. Poi l’ho comprato, racconta dei mistici dall’antica Grecia alla
modernità, e ci ho trovato spunti e stimoli per applicarlo alla realtà di
oggi”.
Una realtà dominata dagli spietati appunto “Vivere così senza pietà, senza
chiedersi perché, come il falco e la rugiada e non dubitare mai. Non avere
alcuna proprietà, rinnegare l’anima
come i sassi e fili d’erba non avere identità…” ma chissà se “i perduti e
antichi eroi”, quelli che agli spietati si oppongono riusciranno a
concretizzare quello che era uno dei presagi del precedente album dei
baustelle. Chissà se veramente Il liberismo ha i giorni contati.
Autore: red.
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