Per gli Ulan Bator sono passati 14 anni dalla prima formazione. Allora il trio era basato nelle vicinanze di Parigi nel loro studio “la Guillotine” costruito dentro una grotta di tufo…
Durante questo periodo, nei primi 5 anni, i “pionieri” francesi hanno registrato in questo luogo poco comune i loro tre primi album conosciuti in Italia come : “Polaire”, (raccolta dei 2 primi) e “Végétale”, usciti al tempo per il consorzio produttori indipendenti.
“Ulaanbaatar“, è una testimonianza unica di quel periodo (93>98), dove Amaury Cambuzat e Olivier Manchion insieme al batterista Franck Lantignac, hanno sperimentato e creato il loro stile. Una raccolta, ovvero un “viaggio” in 21 tracce inedite (durata : 68 minuti) attraverso le quali scopriamo il lavoro della band sia dal vivo che in studio, con brani inediti e versione demo mai uscite fin’ora. Un lavoro maggiormente strumentale o ancora sperimentale rispetto ai loro ultimi lavori, che porterà la band a lavorare già dal 1996 con gli “Art-Errorists” Tedeschi FAUST, con cui Amaury Cambuzat continua a suonare.
Autore: red.
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