L’appuntamento è al 36mo Festival Internazionale del Teatro, nella stessa location del (più noto) festival cinematografico.
Nuovo Teatro Nuovo – Teatro Stabile di Innovazione, Teatro Stabile dell’Umbria, La Biennale di Venezia presentano “BESTIA DA STILE”, di PIER PAOLO PASOLINI, regia di ANTONIO LATELLA. In programma al Teatro Piccolo Arsenale il 22 e 23 Settembre. “Bestia da Stile” è una sorta di biografia, di testamento, dove lo stesso Pier Paolo Pasolini si schiera in prima linea, raccontando una storia e rivelandosi in questa non-storia abitata da un universo di morti, che vide, nella primavera di Praga, la fine del Comunismo. Non ci sono personaggi ma solo fantasmi, e la parola prende forma solo attraverso i ricordi e la morte. I versi sono vettori di parole, di un’intimità, i versi non possono essere riprodotti, possono essere solo ripetuti a tutti coloro che con la propria presenza celebrano il rito teatrale: attori e spettatori. La regia è condivisa con gli stessi amici-attori di Latella. Il testo di Pier Paolo Pasolini è un’opera d’arte che rompe ogni regola e convenzione, ogni forma e stile, anzi è un viaggio negli stili per trovare l’essenza, la nudità del corpo nella parola stessa. A volte nell’ossessione di cercare, la paura di trovare il nulla è tanta, ma proprio questa paura aiuta ad accettare la sconfitta, poiché nella sconfitta non vi è la morte, la sconfitta è l’altra possibilità. Ogni volta che c’è una sconfitta c’è una rinascita.
Presso il Teatro alle Tese, il 23 e24 Settembre, Nuovo Teatro Nuovo – Teatro Stabile di Innovazione e La Biennale di Venezia presentano “PURIFICATI”, di SARAH KANE, regia di MARCO PLINI. E’ singolare che “Purificati” sia l’unico testo di Sarah Kane ancora non rappresentato in Italia, in quanto appare il momento più alto di una ricerca stilistica e di senso che, partendo dal naturalismo trasfigurato di “Blasted (Dannati)”, arriva, attraverso una serie di esperimenti, al monologo testamento di “4.48 Psychosis”. Sarah Kane appare come il modello esemplare di una generazione che non ha mai conosciuto quel famoso mondo pieno di promesse di cui sognavano le generazioni precedenti. Una generazione per cui il futuro è gravido di minacce, in cui la barbarie ha occupato ogni spazio pubblico e privato. Mentre in ”Dannati”, il suo primo testo, Sarah Kane concentrava l’attenzione sulla violenza della società che fatalmente si trasfigurava in violenza tra gli individui, in ”Purificati” l’autrice scende all’inferno, nelle stanze più profonde dell’anima, e vi trova un desolato paesaggio di rovine che manifesta una crisi profondissima. Il testo appare così un percorso incredibilmente complesso alla ricerca della propria identità sessuale ed esistenziale. Un percorso di dolore in cui le figure si sdoppiano ed ogni passaggio di coscienza è caratterizzato dalla sofferenza e dalla tortura, come nella buona tradizione inglese del teatro elisabettiano. Appare quindi straordinario questo tentativo di raccontare l’assoluta crisi dell’individuo dando una forma autonoma e moderna a modelli tradizionali, descrivendo un ”inferno sensibile” in cui l’identità si confonde nella disperata ricerca d’amore, percepito come bisogno vitale, ma legato in modo indissolubile al dolore e alla violenza. Un percorso soggettivo quindi, ma inscrivibile comunque ad un quadro di crisi generazionale in cui l’inconscio è ormai colonizzato dall’apocalisse sub-culturale e dalla barbarie del XXI secolo.
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