Uscirà a fine Settembre su Temposphere (sub-label dell’etichetta jazz Right Tempo) il nuovo album de I MANIACI DEI DISCHI. Con “Hey Presto!” il gruppo di Painé, Dj Fonx, Dj Herrera e il bassista Bombo unisce le radici black ad un’attitudine ironica, suonando contemporaneamente dai 3 ai 6 giradischi e miscelando effetti sonori, accapellas, frammenti musicali, scratch e una selezione di ritmi per il ballo (hip hop, funk, soul, jazz, drum’n’bass, house, dub, latin, reggae..). Hanno partecipato alla realizzazione del disco il rapper Esa (ex Otr) aka El Presidente, Caterina Lazagna (voce), Gianni Valenti (sax) e Giovanni Andreoli (trombettista).
Sempre su Temposphere esce a fine Settembre – dopo 5 anni di viaggi, concerti e performances – “Expeditions”, il progetto ideato da STEVE PICCOLO, cofondatore dei Lounge Lizards, che si avvale per l’occasione della collaborazione di Gak Sato, compositore e performer giapponese (ma di stanza a Milano da un po’ di anni), e Luca Gemma, conosciuto per essere stato la “voce” dei RossoMaltese. Alla base del progetto, che si sviluppa attraverso 12 composizioni, è il concetto di “viaggio” inteso come momento di scoperta e rivelazione e che non implica, necessariamente, uno spostamento da un luogo ad un altro, ma può concretizzarsi nell’ascolto di un disco, nella lettura di un libro o nell’osservazione di un quadro.
Esce invece per Music For Freaks, sister label della Classic di Luke Solomon e Derrick Carter, l’EP 12″ di ECLAT & PRUDO “Where We Go, You Don’t Know”, che sarà seguito da un secondo EP (sempre a nome Eclat & Prudo) in autunno. Il progetto Eclat, che nasce alla fine del 2001 dall’incontro di Giulio Andreini, fotografo e web-designer, e del dj Francesco Parra, sarà artefice di altre uscite sull’etichetta inglese WashHouse, di proprietà di The Freaks, e sulla tedesca Trapez. Il sapore funky unito alla voce dei misteriosi Grandmaster Katz, le atmosfere che in alcuni momenti si fanno scure e minacciose e l’omaggio “italian style” ai Dead Kennedy’s di ‘Calafuria Uber Alles’ (già definita dallo stesso Luke Solomon “a track of anthemic proportions”), garantiscono al genere la necessaria dose di humour.
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