Autore: Valeria Catalano 26/10/2012 |
“Cosa sono i soldi?”. L’interrogativo dello strozzino-pentito Kang-do (l’attore Lee Jung-jin), è il leitmotiv della pellicola del regista coreano Kim Ki-duk, vincitore del Leone d’oro di Venezia. Anticapitalista fino al midollo. Mostra senza sconti, allo spettatore, un mondo di poveracci che accecati dalla ricerca del danaro, rinunciano alla propria dignità, finendo nelle mani di uomini senza scrupoli pronti a renderli storpi pur di riscuotere quanto dato in prestito con i dovuti interessi. Una pellicola shock e brutale. Il regista senza troppi fronzoli costruisce così il suo affondo alla società contemporanea e all’ideologia capitalista che la impernia. Dominano l’odio e il desiderio di vendetta. Le immagini atroci di menomazioni e periferie putride stridono col titolo del film. La pietà, è lasciata come pungolo e interrogativo a chi sta al di qua dello schermo. I toni mutano quando il feroce aguzzino s’imbatte in Mi-sun (l’attrice Cho Min-soo), una donna misteriosa che sostiene di essere sua madre. |
Parthenope di Paolo Sorrentino
Presentata a Cannes, l'ultima opera di Paolo Sorrentino divide critica e pubblico tra indignati e ammaliati. Ma il cinema, è...