I gruppi hard rock tedeschi, di solito, picchiano come dannati, e non fanno certo eccezione gli Harmful, quartetto esistente già da molti anni, che coniuga pesanti e veloci atmosfere stoner con grandiose aperture dai risvolti melodici.
Ci hanno incuriosito, con il loro recentissimo disco intitolato semplicemente ‘7’.
Li intervistiamo per conoscerli meglio.
Ciao. Siete un gruppo in giro da molti anni. volete raccontarci un po’ della vostra storia? Quando avete cominciato a farvi conoscere fuori dalla Germania?
Aren Emirze: Abbiamo realizzato il nostro primo album 12 anni fa, nel 1995. Ci eravamo conosciuti a scuola, e decidemmo subito che volevamo formare una band che suonasse rumorosa, potentissima, e che facesse canzoni strutturate in maniera imprevedibile. Negli anni abbiamo suonato un mucchio di concerti, e provato a sviluppare un nostro stile musicale, che colt tempo è diventato sempre più ‘song oriented’.
‘7’, il nuovo disco del 2007, è stato il vostro primo album pubblicato a livello continentale?
Aren: ‘7’ è il nostro secondo disco proposto anche fuori dalla Germania.
So che avete suonato qui in Italia poche settimane dopo la pubblicazione del disco: a Milano, il 23 giugno. Avete intenzione di tornarci, prossimamente?
Aren: E’ stato grandioso, suonare con i Verdena. Hanno un grande pubblico, e c’è piaciuta la loro musica. Siamo in contatto per fare delle date assieme a loro, in Novembre. La speranza, quindi, è di rivederci allora.
Leggo infatti sul vostro sito web che continuate la prima parte della tournèe promozionale nell’Est europeo. Qual’è la reazione dei ragazzi del pubblico, alle nuove canzoni? Preferite suonare nei festival estivi all’aperto, o nei club?
Bill Gould: Uno show è uno show… Se la gente reagisce alla musica che viene dal palco, in un modo o nell’altro, è comunque un successo. Ma ogni concerto fa storia a sè; ci è capitato anche di suonare concerti strepitosi davanti a 30 persone, magari con un orribile impianto del suono, e di fare uno show noioso ad un festival all’aperto con 2000 persone… dipende dal posto e dall’energia. Il nostro lavoro è di provare ad tirarla il più forte possibile dalla nostra parte, l’energia.
Ho visto il videoclip di ‘Open End’, il vostro singolo del 2003 [eccolo qui:www.youtube.com/watch?v=9mAUdX8jYT0], e mi pare che l’immagine di quel treno fuori controllo lanciato a tutta velocità verso la sua distruzione possa dare una descrizione corretta della musica degli Harmful.
Aren: Hai ragione. Per questo motivo chiamammo il gruppo Harmful [nocivo, pericoloso, nda], nel 1992. La nostra musica era sempre al limite, mantenendo però intatte struttura e tensione. E su ciò abbiamo anche un riferimento, nella nostra vita reale: quando ad esempio la musica arriva ad occuparci così tanto tempo che vorremmo smettere. Ma poi lo spirito degli Harmful interviene ed attutisce le crisi, come un morbido cuscino: proprio come accade nel finale del video di ‘Open End’.
Avete realizzato qualche videoclip, per i nuovi singoli?
Aren: Per il nuovo album ‘7’ abbiamo pensato ad un videoclip a basso costo per ‘Elaine’, che è venuto davvero bene. Lo metteremo in download sul nostro sito internet www.harmfulweb.com prossimamente…
‘7’ è un disco potente, ma al tempo stesso moderno: la stampa specializzata italiana vi propone come una risposta europea a Queens of the Stone Age, Nebula, Nashville Pussy… cosa ne pensate, voi?
Bill: se fossimo accostati a queste band perchè sepliciemente anch’esse sono rumorose, allora mi piacerebbe. Credo però che più probabilmente sia il solito tentativo di chi scrive di musica di far rientrare tutte le band in precise categorie, come se la musica fosse una scienza esatta.
La musica degli Harmful mi sembra decisamente legata al rock americano, direi allo stoner della West Coast, all’hard rock. Il vostro obiettivo è di arrivare a presentare la vostra musica oltreoceano, un giorno o l’altro?
Bill: Beh, dal momento che sono io l’americano del gruppo, voglio rispondere io a questa domanda. Non credo che gli Harmful siano legati al rock americano, penso invece che più di ogni altra cosa, il gruppo si sia formato alimentandosi con l’ammirazione per le tante band che hanno dominato la scena musicale, specialmente europea. Ma principalmente, gli Harmful, hanno voluto fare qualcosa che fosse più denudato e reale, pur mantenendo una certa potenza, la più maledetta possibile. Comunque, questa estetica ha prodotto un suono che molti in Europa definiscono americano… ma non credo sia necessariamente vero.
Era previsto già dall’inizio, che Billy Gould – produttore di ‘7’ – avrebbe suonato la chitarra con voi? anche in tour?
Aren: Durante la fase di produzione di ‘7’, abbiamo capito che con Billy Gould abbiamo tante cose in comune, e quando Billy ha suonato un assolo per il finale di ‘Hide’, io ho capito che lui la vedeva esattamente allo stesso modo nostro, riguardo al modo di suonare la musica, e che se mai qualcuno poteva aggregarsi al muro sonoro degli Harmful, poteva essere soltanto Bill. Così gli ho chiesto se voleva suonare con noi in tour, e lui ha detto semplicemente “si”.
Come vi pare, il panorama hard rock mondiale, in questo momento? dalla Germania giunge in Italia una valanga di musica elettronica: ma la musica rock tedesca è ancora ferma ai Motorhead?
Aren: La scena hard rock ha finito per diventare schiava dell’industria, così la maggior parte delle rock band tengono più al proprio taglio di capelli, che non ad essere vere ed autentiche. E’ per questo motivo che io trovo sempre più difficile trovare musica da ascoltare che mi piaccia. Rispetto gruppi come i Trail of Dead, Napalm Death ed Unsane, perchè non concedono nulla ai dettagli commerciali.
La Germania ha molto da offrire, oltre la musica elettronica e gli Scorpions. E nell’era di internet puoi andare a scovare bands come Blackmail, Ulme, Scumbucket, o etichette come la BluNoise rec. e la Noisolution rec. Davvero: c’è molto da scoprire.Autore: Fausto Turi
www.harmfulweb.com