Hanno un nome mutuato da un personaggio di Dylan Dog e hanno esordito con un album, “Dada Danzè”, alla fine dell’anno appena trascorso. Si inseriscono in un panorama, quello campano, che sembra sviluppare progetti sempre più interessanti, sebbene, come sottolinea il gruppo, nonostante la ricchezza di stimoli artistici, la Campania sia ancora al palo in quanto a possibilità. Malinconici va bene, ma non parlategli di post rock.
Gli abbiamo fatto qualche domanda.
Come nascono gli El-Ghor e, scusate l’ignoranza, il nome sta per…?
Non c’è una grande storia dietro la nascita della band. Ci siamo uniti alla fine del 2003 e speriamo di non lasciarci mai. El-ghor è: Ghor, un personaggio deforme e con una spiccata sensibilità, vittima della pazzia dei suoi “normali” genitori, presente in una serie speciale di Dylan Dog del 1988 (vi consigliamo di leggerla) ed El, l’articolo determinativo spagnolo, che abbiamo accostato per dare maggiore musicalità al nome. In seguito abbiamo scoperto che è anche il nome della valle del Giordano.
A volte i testi delle vostre canzoni passano in secondo piano rispetto alla musica, quasi frasi ripetute in loop. A volte, come in Algore, il testo, semplicemente, non c’è. Che importanza hanno i testi rispetto alla musica?
I testi hanno una notevole importanza nella nostra musica. E’ la voce ad avere un ruolo diverso dal solito, perché viene utilizzata come uno strumento e in quanto tale ha diverse dinamiche a secondo del contesto. In sintesi, curiamo sia il significato che il suono delle parole; è importante il senso ma anche la musicalità, questo spiega anche l’utilizzo della lingua francese in alcuni brani.
Come componete le vostre canzoni?
Ogni brano nasce da ispirazioni singole o collettive, è importante organizzare la fase di arrangiamento. In Dada danzè pezzi come “Rugiada”, “Nella resa il vanto”, “Sipario” sono stati concepiti ed arrangiati prevalentemente in sala, mentre brani come “Cane”, “Danzè”, “Sans lumière” sono venuti fuori da una dimensione assolutamente live.
Le atmosfere dell’album sono in prevalenza malinconiche e, ovviamente, sono accompagnate in prevalenza da sonorità post rock. Immagino non sia un caso…
Come mai sentite l’esigenza di cantare in francese? C’è qualche autore o gruppo che vi ha influenzato particolarmente?
L’accostamento malinconia-post rock è del tutto casuale. I testi sicuramente rievocano una scrittura romantica o noir e forse questo fa prevalere un aspetto malinconico della band. Per quanto riguarda la scelta musicale, non ci sentiamo vicini all’attuale scena post rock, non ci ha ispirati e non ci ispira più di tanto.
La lingua francese non caratterizza solo i testi e il cantato della band, ma fa parte anche di un discorso estetico. Infatti il video di Danzè (magistralmente diretto da Michele Franzese “Rosso”), primo singolo estratto dal disco, si rifà, in quanto a sceneggiatura e regia, al cinema noir francese.
Ci sono molti artisti che ascoltiamo ben volentieri: Yann Tiersen, Benjam Biolay ,Jerome Miniere, Pascal Comelade, Sylvain Chauveau ma anche Ulan bator, Noir desir, Patton, Saez etc. .
Alcuni pezzi, penso a “Algore” e “Un’altra vita” ad esempio, sembrano ripercorrere le orme di Godano e soci. Un’influenza subliminale, un omaggio esplicito, reminiscenze passate o ho preso un abbaglio?
Non siamo molto vicini al mondo “Marlene Kuntz”, metà della band, purtroppo o per fortuna, non conosce neanche interamente i loro dischi. Resta sicuramente un gruppo che ha rivoluzionato il modo di fare rock in Italia, ed inevitabilmente un modello per tanti.
Ok, vada per l’abbaglio o al massimo qualcosa di subliminale. E in generale, invece, cosa ascoltate?
Abbiamo ascolti diversi: dal post-punk al jazz, dalla classica all’elettronica.
Luigi e Luca sono orientati verso l’elettronica glitch-pop, il folk e le diverse sfumature dell’indierock. Ilaria ascolta gli attuali compositori francesi e la musica klezmer, Francesco è legato al samba e al jazz.
Scusate, chi ha scelto il titolo dell’album?
Il titolo dell’album è ripreso da un brano di Muhe, progetto glitch-pop di Luigi .
Ci piace sia per la musicalità, sia per il significato che esso racchiude. Dada danzè ,per noi, è una danza sbilenca, senza un criterio ben preciso, un po’ com’era il modo di fare arte dei Dadaisti. Senza nessun riferimento, nessuna dottrina e con l’unica necessità di giocare con l’arte.
Come è nata la collaborazione con la Seahorse?
Paolo Messere ha mostrato interesse verso il nostro progetto, dopo aver ascoltato alcuni nostri concerti, durante i quali è nata un’ottima amicizia e una stima reciproca. Nell’ agosto 2005 siamo entrati in studio per una prima sessione di registrazioni, e nello stesso anno Paolo è entrato a far parte della band in diverse date. Nell’agosto 2006 sotto la sua direzione artistica è stato registrato l’intero disco “Dada Danzè”.
La scena napoletana sembra stia vivendo un periodo florido con una selezione musicale di buona fattura e in continua evoluzione, spaziando nei generi più vari. Oltre a voi, infatti, si va dal cantautorato prog dei Pennelli di Vermeer, all’ elettronica degli Atari, al folk dub dei Palkoscenico, il surf rock o come volete chiamarlo dei Valderrama5, poi c’è la scena rap ecc. Insomma la scena è viva. Quanto giova un ambiente così in fermento?
La Campania è ricca di stimoli artistici ma povera di possibilità. Siamo felicissimi per tutti i gruppi da te citati , sono riusciti ad emergere e speriamo che diano maggiore risalto alla nostra scena musicale a livello nazionale, compresi noi …hehe!!
Il fervore della scena campana , molto esigente, ci ha stimolati a fare meglio e pretendere di più da noi stessi.
Immagino abbiate già cominciato a girare per la promozione dell’album. Che riscontri avete avuto e che aspettative avete?
Sono state fatte già una decina di date ed il riscontro è stato positivo, è pur sempre un primo album ed è difficile lasciare il segno . Per il momento ci godiamo l’esperienza senza guardare troppo avanti. A Febbraio/Marzo ci sono un po’ di date tra centro e sud Italia, poi a Marzo/Aprile saremo al nord…
Già pensate al secondo album o vi state concentrando interamente sulla promozione live di Dada Danzè? Insomma, avete già nuovi pezzi?
Sono gia da parte un po’ di canzoni nuove, non ancora rodate dal vivo, un esercizio fondamentale secondo noi. Almeno fino a Settembre, cercheremo di dedicarci a “Dada Danzè”. Ci auguriamo di partorire un nuovo lavoro entro il 2008.Autore: Francesco Raiola
www.el-ghor.com – www.myspace.com/elghor