Si, esatto, Populous è “quello italiano che incide per la Morr Music”. Purtroppo in Italia non riusciremo mai, probabilmente, ad uscire da certi atteggiamenti esterofili e provinciali, col rischio – nel caso di Populous – di perdere di vista, o di far passare in secondo piano, quello che in fondo dovrebbe essere il principale motivo di interesse nei suoi riguardi: la musica.
Andrea Mangia aka Populous è appena tornato sulle scene col suo secondo disco, “Queue for love”. Un lavoro che rispetto all’esordio “Quipo”, presenta delle sostanziose novità: innanzitutto l’uso della voce (quella di dose one – ex cLOUDDEAD – e di Matilde degli StudioDavoli) in alcuni pezzi, poi l’inserimento di chitarre (tra gli ospiti anche Jukka dei Giardini di Mirò) e – in generale – una tendenza a contaminare il suo hip hop elettronico con suoni analogici, “caldi”… perché dei dischi fatti col solo laptop non se può più!
In questo nuovo disco hai deciso di inserire delle voci. Sentivi che alla tua musica mancasse qualcosa? Pensavi che in questo modo sarebbe diventata più “comunicativa”? Qual è stato il motivo di questa scelta, e come è nato il rapporto con i due vocalist (dose one e Matilde Davoli)?
La presenza delle voci è solo una parte del processo di umanizzazione che ho dato al sound. Ero alla ricerca di qualcosa che suonasse più organico e… reale. Quindi si, lo scopo era rendere tutto più comunicativo. La presenza di Matilde era d’obbligo: siamo amici, conterranei e ci stimiamo reciprocamente. Collaborare è stata una cosa del tutto naturale. Mentre Dose è un amico di Thomas, che ha fatto da gancio. Lavorare con lui è stato un sogno. È una gran bella persona, gentilissima ed iper-creativa. Un mito.
C’è un pezzo molto simpatico, nel disco, “Dance-hall nostalgia”. Cos’è? La confessione di un passato trascorso tra dance-hall reggae sulle spiagge del tuo Salento? Un omaggio alla tua terra? Un pezzo dedicato ai tuoi amici che cercano ogni volta di smuoverti dal tuo laptop per cercare di portarti a ballare “lu reggae”?Sarei un bugiardo se ti dicessi che alle dance-hall non ci vado. Però è anche vero che non sono un fissato. Vado a quelle feste quasi esclusivamente d’estate e spesso finisco per associare le due cose. Per cui il titolo reclama nostalgia per la bella stagione in genere più che per il reggae in senso stretto.
E”Drop City”, invece? È un omaggio all’era della “blaxploitation”?
Magari potessi fare un omaggio alla blaxploitation!! Tempo fa ricordo d’aver letto di drop city, che era il nome di una vecchia comune hippy e ricordo anche d’essermi chiesto che musica ascoltassero gli abitanti mentre morivano di epatite. Ed è venuto fuori il pezzo…
Ragioniamo per assurdo: domani sera ci sono ben quattro concerti a Lecce. Kraftwerk, N.E.R.D., DJ Shadow e A Tribe Called Quest: chi vai a vedere?
Uhmm… sarei indeciso fra N*E*R*D* e i Tribe, anche perché degli altri due non è che poi sia un grande fan. Comunque alla fine penso che Pharrel vincerebbe. “Fly or die” è una delle cose più belle che io abbia mai ascoltato. Generazionale !!
La Morr Music, dopo un inizio fulminante, in cui sembrava dovesse diventare il nuovo punto di riferimento tra le etichette discografiche europee, sembra essersi – negli ultimi tempi – un po’ “appiattita”. Non trovi? A parte il tuo (eheheh), quali sono stati gli ultimi dischi targati Morr che ti sono veramente piaciuti?
Non saprei… chiaramente c’è una linea che Thomas (Thomas Morr, boss dell’etichetta. N.d.r.) predilige, ma credo sia anche per via delle richieste dei fruitori. Cioè, la gente che compra Lali Puna molto probabilmente comprerà anche Styrofoam, Go Find, ms John Soda ecc. Però ci sono anche altri artisti che portano il suono Morr su altre direzioni. Tied + Tickled Trio, Kenny + Gibbard, Sole ed Fs Blumm (a proposito, il suo disco m’è piaciuto moltissimo). Io stesso non mi sento allineato a “certi” stilemi.
So che uscirà presto un tuo video. Di quale pezzo? Ce ne parli? Il video di “My winter vacation” l’ha prodotto Rosso, un graphic designer napoletano. La scorsa estate ci siamo conosciuti al festival Interferenze e abbiamo scoperto di amare gli stessi dischi, gli stessi film e gli stessi video. Il clip sarà un trip, un perfetto supporto al rapping allucinato di Dose.
Le voci, le chitarre… ascoltando “Queue for love” sembra di intuire che il solo laptop cominciava a starti stretto… è così?
Decisamente stretto. F-a-n-c-u-l-o i computers!
Questo nuovo approccio avrà delle ripercussioni anche sulle tue esibizioni live? Come saranno i tuoi prossimi concerti? Ci sono già delle date?
C’è aria di cambiamento anche per i live. Prima di tutto non sarò più solo: Matilde ha accettato di prendere parte al progetto e s’è discusso di fare qualcosa in stile cocorosie-folk. Di sicuro, per ora, ci sono solo delle date estive, che credo useremo come “test-show”.
Nel complesso ho l’impressione che questo disco, rispetto al precedente, abbia un’atmosfera più romantica. Mi sbaglio? “Canoe canoa”, ad esempio, dev’essere per forza dedicata ad una ragazza…
Ah! Di quel pezzo vorrei farci un video usando l’immaginario che m’ha ispirato: i ricordi adolescenziali che ho della Grecia. Un ragazzo e una ragazza sono sulle loro canoe, s’incontrano, si conoscono e poi si amano in una grotta dall’acqua verde.Autore: Daniele Lama
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