Strana band gli Enon. Potrebbero letteralmente sfondare con quel sound unico e inconfondibile di cui si ritrovano oggi portatori: parliamo di un pop straordinariamente adagiato su una varietà di componenti – elettronica, riff, melodie -, che per svettare non spiccica il “consueto” verbo dei Beach Boys o dei Beatles oggi ampiamente saccheggiati, ma si avvale di un approccio folle e multicolore, condizione necessaria e sufficiente per seguire nient’altro che il proprio estro e sfuggire a tentativi di facile catalogazione.
Motivo per cui non sfondano, purtroppo. Ed è un peccato perché parliamo di una band a 360 gradi, magari non sotto il profilo strettamente sonoro ma sotto quello estetico-espressivo, nel senso di una band – John Schmersal, ex-Brainiac, a chitarra e tastiere; la nipponica Toko Yasuda, già nei Lapse, al basso; Matt Schultz, faccia da pivellino, alla batteria, e occasionalmente, nelle righe che seguono, “alla voce” – che suona, registra, filma tutto ciò che gli passa per la testa, come dei moderni Warhol in cerca di icone dentro se stessi. “Lost Marbles and Explode Evidence”, la recente raccolta di singoli, b-sides e materiale internet-only, è la fotografia più fedele di tale approccio “onnivoro” e “onnicomprensivo” che sembra non lasciare alcunchè di incompiuto e che, coerentemente, fa ricorso anche a queste releases minori – e quindi a un particolare “gusto per l’introvabile” – per trovare espressione. Magari ce ne fossero di band come loro, e invece…
Non sapevo che gli Enon fossero nati come progetto solista di John Schmersal… com’è avvenuto poi l’incontro con Toko Yasuda e te?John si trasferì dall’Ohio a New York dopo finita l’incredibile avverntura dei Brainiac, in cui militava. Fece uscire un 7″, dopo di che reclutò Rick e Steve degli Skeleton Key, con cui realizzò “Believo!”, il primo album. A quel punto vi si unì Toko al basso, e alla fine io alla batteria, in quanto Steve non poteva andare in tour. Siamo stati in 4 per qualche tempo finchè anche Rick ha mollato.
Ci dici qualcosa su questo bandname così semplice, epperò – forse proprio per questo – bizzarro?Sono contento che tu lo consideri semplice e bizzarro. Questo nome nasce da tutto e niente, ma è anche il nome di una piccola città vicino Dayton, Ohio, dove John e io ci siamo conosciuti da ragazzi.
“Lost Marbles and Exploded Evidence” è dichiaratamente una compilation di materiale raro e/o inedito, eppure ne parlate come del disco più coerente mai realizzato…Bè, ci siamo resi conto che le canzoni stavano bene insieme, e quelle che abbiamo scelto sono in gran parte di matrice elettronica, diversamente quindi dagli altri album, dove tali canzoni formano un mix insieme a quelle più propriamente basate sulla chitarra.
Nel vostro songwriting sembra fortemente radicato una certa dose di humour. Condividi? E’ qualcosa che volete portare on stage, e con quali risultati?Penso sia un bene essere dotati di senso dell’umorismo, e sono contento che tu riesca a farci caso. Semplicemente crediamo sia meglio non prendere la musica, e in generale se stessi, troppo sul serio. E credo che riusciamo anche a portarlo sul palco, come speravamo… si suppone che sia una cosa divertente, o sbaglio?
Direi anche – sempre a proposito del vostro sound – che sembra costruito come una “struttura circolare in movimento”, ossia imperniato su un riff non “fisso” ma mobile e mutevole, sì da assumere connotati di dinamicità, pur nel rispetto di una natura indubitabilmente melodica…Concordo pienamente. La melodia è importante, è divertente creare qualcosa di melodico da una fonte non melodica quali possono essere un ventilatore a soffitto o la pioggia battente sulla finestra.
…e non ho detto di quanto sia divertente ballare sui vostri pezzi (l’avreste detto?)…
Sì, sapevo che me l’avresti detto!!
C’è un brano che mi toglie il sonno, quel bozzetto bizzarro e old-time qual è ‘Making Merry! Merry!’, che mi fa venire in mente, nei momenti di maggior suggestione, quelle città del (mid)west di nuova costruzione negli anni 50, tutte aggraziate e ammiccanti verso chi pensasse di popolarle. Cosa vi frullava per la testa quando questo brano è uscito fuori?Cool!! Ha veramente un bizzarro senso retro, trovi anche tu? E’ roba su cui affondo spesso le mani ultimamente…
“Lost Marbles”, così come strutturata, è un chiaro segno della vostra passione per le uscite “minori”, non-album, compresa la vostra abitudine di pubblicare il “single of the month” sul vostro pazzo e colorato website (www.enon.tv). Che fascino ravvisate in questo tipo di releases?
Per un bel po’ abbiamo scritto parecchi brani e volevamo farli uscire in maniera diversa. Mi è sempre piaciuto cercare e trovare canzoni poco conosciute – quindi nella disponibilità di pochi – di band che mi piacciono. E se devo dirla tutta, sappi che alcune delle nostre canzoni più oscure sono rimaste fuori da “Lost Marbles”: quello che trovi qui non è tutto, quindi…
Che mi dici del “nuovo” album, quello propriamente detto? Dobbiamo aspettarci materiale nuovo in tempi brevi o pensi che ci voglia un po’ di più?Forse ti toccherà attendere un anno, più o meno. Ora ci prendiamo le cose come vengono, con rilassatezza. Al nuovo album non abbiamo neanche minimamente cominciato a lavorare…
Non riesco a farmi un’idea di quelli che possono essere i vostri musicisti preferiti – puoi aiutarmi? Ed ancora, il vostro interesse artistico vi spinge anche fuori dalla musica?
Ummm… per quanto mi riguarda direi Bad Brains, Ornette Coleman, the Meters, e molti altri… troppi per citarli tutti. Ascolto di tutto, veramente, ma i nomi che ho citato sono quelli dai cui dischi ho tratto le lezioni principali. Al di fuori della musica mi piace molto l’architettura e il design di mobili… lo stile di Le Corbusier è grande… oltretutto ha lavorato con Iannis Xenakis!
Per chiudere, che mi dici dei vostri video per quanto riguarda la regia e, in genere, la realizzazione? In che misura siete coinvolti nella scelta/assemblaggio del loro contenuto?Per ogni video c’è una storia diversa. Siamo stati fortunati a lavorare con gente davvero di talento, e sono soddisfatto dei video che queste persone hanno fatto per noi. Il nostro ruolo è parlare coi registi, ma di solito sono loro ad avere le idee… noi li aiutiamo a far prendere a queste la forma a noi più congeniale.
Autore: Bob Villani
www.enon.tv