Con 2 brani – più che un EP si tratta dell’equivalente di un 45 giri – questo Desert Beyond, che anticipa il secondo disco atteso per l’Autunno di Ed, artista indie rock modenese che negli ultimi cinque anni ha pubblicato vari demo, EP – quello intitolato ‘Lights in, Lights out’ (2010) beneficiò della produzione artistica di Beatrice Antolini – ed un esordio vero e proprio intitolato A Quick Goodbye, del 2010; inoltre ha realizzato due trasferte per tournèe negli Stati Uniti, naturale destinazione della sua musica, con brani dai testi in lingua inglese fortemente calati nelle atmosfere dell’indie rock semiacustico a stelle e strisce soprattutto tipico degli anni 90.
Prive di una decisa caratterizzazione, le canzoni di Ed sono in ogni caso piacevoli e ben congegnate, spesso e a giusta ragione paragonate alle composizioni dei Bright Eyes di Conor Oberst, anche per le venature di volta in volta folk e psichedeliche; ‘Don’t Shake You‘ procede pigra, lo-fi, con suoni elettrici molto Sebadoh, secondo i canoni psych-folk, e ‘Missing the Point’ generalmente si muove sulla stessa lunghezza d’onda di ballata semiacustica, senza troppe sorprese, ma a tratti con incedere suadente. E questa prevedibilità, pur in una forma impeccabile, probabilmente è il neo di questo artista pop che si accompagna con un battersta ed un chitarrista, e sicuramente proseguirà anche in futuro – e per questo va lodato – il suo percorso di avvicinnamento al mondo musicale americano in cui si sente particolarmente calato.
Autore: Fausto Turi