Gli Owun sono nati vent’anni fa ma in questi due decenni sono stati molto parchi nella pubblicazione dei loro dischi. “Le fantome de Gustav”, infatti, è il loro quarto disco che è arriv a dieci anni dal precedente. In effetti nel 2001 la band si era sciolta ma nel 2007 tre dei quattro membri iniziali hanno deciso di ripartire con l’ingaggio di un nuovo chitarrista.
In quest’ultimo lavoro gli Owun hanno recuperato il loro sound fatto di noise, shoegaze, no-wave e drone, trasmettendo all’ascoltatore una forte ambivalenza: si alternano momenti nervosi e tesi ad altri morbidi, soprattutto nei brani “Muralité” e “Outil trois”.
Se i loro brani hanno all’interno un sound ambivalente in altri emerge una staticità e un sound monocorde. Abbiamo, infatti, da un lato l’industrial di “Volux +” o le tensioni di “Prémisses” o ancora le affascinanti vibrazioni circolari che richiamano alla mente i primi Ulan Bator di “E’toile en bout” e dall’altro la sobria e rallentata “Atmo” o la flebile “Berceaux”.
Questa schematizzazione è più che altro utile al critico, voi cercate di lasciarvi trasportare dal flusso sonoro mai costante ma conturbante e rilassato allo stesso tempo.
Autore: Vittorio Lannutti