Scaricabile liberamente dal sito internet dell’etichetta al link seguente garrinchadischi.bandcamp.com/album/lastronave-ep questo EP è un regalo di una band che ha esordito pochi mesi fa con un album che ha portato nella musica indipendente italiana qualche novità, tanta qualità e soprattutto scelte coraggiose.
Nello stesso anno che ha visto il ritorno sulle scene degli imprescindibili Massimo Volume, i manzOni contribuiscono anch’essi a rivitalizzare in Italia uno stile musicale e narrativo per la verità mai del tutto tramontato, che prende elementi del post rock di Mogwai e Offlaga DiscoPax, del noise e del cantautorato di Piero Ciampi, Tetes de Bois e Mariposa, su testi non cantati ma recitati in spoken.
Questo EP contiene il singolo del disco d’esordio intitolato ‘L’Astronave’ in due versioni, 3 brani degli esordi (‘Maria’, ‘Ray Moon’ e ‘Anna’) rimasti fuori dal primo CD e materiale nuovo (‘Fuori Stagione’ e ‘A lei, di lei’) escluso dal prossimo disco che uscirà nella prima parte del 2012, e inizialmente avrebbe dovuto essere un concept intorno alle situazioni da autobus e pendolarismo – ‘Anna’ e ‘Maria’ ne dovevano essere due tasselli – ma non si fraintenda, con tanta roba scartata da qui e da lì, perché in questo EP non c’è nulla di marginale e secondario, e vi si alternano momenti intensissimi dal sapore letterario ma non pesante – la visionarietà di ‘L’Astronave’, l’ottimismo di una canzone d’amore sui generis in ‘A lei, a Lei’ e le nubi della contraddizione che si addensano tra metallizzati suoni in reverse e una coda sferragliante in ‘Fuori Stagione’ – a bozzetti originalissimi, come il rock ritmato di ‘Anna’, canzone su un argomento spinoso e inedito: il morbo di Alzheimer, e ‘Maria’, blues su un’anatomopatologa che per mestiere esplora i cadaveri, raccapricciante quasi come le ‘Strofe della Guaritrice’ di Cesare Basile.
Il brano che presenta più difficoltà di interpretazione – ma anche più metafore e significati – è probabilmente ‘Ray Moon’, desolante racconto di un Natale solitario all’ombra di una storia d’amore andata male, molto atmosferica, senza batteria.
Sicuramente un disco con cui confrontarsi se si ama l’indie rock italiano, tenendo presente che l’Ep di medio metraggio è la dimensione probabilmente migliore per una band che su durate più lunghe può risultare magari indigesta.
Autore: Fausto Turi